Il titolo della scorsa settimana potrebbe tornare utile: un punto in più, una partita in meno. A prima vista, salvo disastri, l’unico avversario in lontananza è il Villarreal di Marcelino. Tuttavia, il vero protagonista è Berenguer, che ha fornito due assist straordinari e merita una menzione d’onore.
Il Sevilla non è più sinonimo di sconfitta. Nella stagione precedente, i rojiblancos hanno trionfato al Pizjuán, conquistato il titolo nella Finale a La Cartuja e ora hanno pareggiato al Villamarín. Gli anni ’80 e ’90, con le loro goleade e i campi polverosi, appartengono ormai al passato.
Valverde sarà soddisfatto. Dopo 22 giornate, i bilanci parlano di tredici partite senza sconfitte in Liga, dall’ultima partita del 6 ottobre a Girona. Un altro punto, o addirittura un grande punto, proprio come si era prefigurato per l’incontro. Va sottolineato che l’Athletic, in una dimostrazione impressionante di resistenza fisica, ha performato meglio del Betis nonostante l’impegno in Europa League il giovedì. Con sette cambi nella formazione titolare, il tecnico di Viandar ha una chiara visione: mantenere tutti carichi, riposati e motivati. Nel stadio di Heliópolis hanno avuto l’opportunità di giocare Vesga, Lekue, Unai Gómez, Djaló e Paredes. Tutti si sono impegnati al massimo. È stata interessante la scelta di Viandar di lasciare in panchina tre attaccanti centrali per schierare Unai come falso nove. Una chiara dimostrazione del carattere del team. Due volte sotto nel punteggio, non si sono lasciati sopraffare dalla frustrazione nonostante alcuni errori, uno collettivo sul primo gol e uno di Unai sul secondo. Pellegrini, accortosi della situazione, ha deciso di sostituire il suo attaccante con Lo Celso.