La storia del softair

Dal Giappone a tutto il mondo: la simulazione di guerra conquista tutti

Un gioco di simulazione di guerra, che però si basa sulla correttezza dei singoli giocatori, questo il paradosso del softair, sport ormai noto in tutto il mondo grazie alle caratteristiche air soft gun (ASG, in italiano arma ad aria compressa): fucili simili in tutto e per tutto a delle vere armi militari, che però sparano dei pallini in plastica da 6mm, questo uno dei punti forti che hanno reso popolare questo sport.

Come nasce e si diffonde il softair

L’origine del softair parte dal Giappone degli anni ’80. Nella fase iniziale le armi usate erano in pratica dei veri e propri giocattoli che usavano per sparare propulsioni a gas o a molla, solo successivamente verranno utilizzati i primi modelli ibridi (gas e molla).

Negli anni ’90 il softair inizia a diffondersi in tutto il mondo, differenziando il proprio mercato e adattandosi perfettamente alle necessità specifiche degli sportivi a seconda del paese.

La gittata delle armi oscilla tra i 50 e i 20 metri, anche se è possibile modificare la traiettoria dei pallini per aumentare ulteriormente la gittata. Le armi si dividono in ASG (a molla rinforzata), sparano grazie ad un pistone rilasciato al momento dello sparo, e le AEG, che sparano grazie ad una molla collegata ad un motore elettrico collocato all’interno del fucile. Questo meccanismo permette di sparare molti più colpi, simulando l’arma automatica o semiautomatica.

A loro volta anche i motori all’interno dei fucili possono essere di diversi tipi: elettrico, il sistema più utilizzato e performante, a gas utilizzato in special modo per le repliche di pistole, ma anche fucili d’assalto e precisione. In questo caso non ci sono ingranaggi, il pallino viene espulso tramite fuoriuscita di gas. Motore manuale, un pistone mosso da una molla e spara un pallino alla volta con caricamento manuale.

Le regole del softair

Non vi è un regolamento scritto ufficiale per quanto riguarda questo sport. Per motivi di sicurezza però, i giocatori devono sempre indossare degli occhiali protettivi o delle maschere per proteggersi il viso in quanto i pallini sebbene non possano lacerare la pelle, possono eccome lacerare occhi o frantumare la dentatura. Per il resto dell’equipaggiamento, caschi ginocchiere ecc… la scelta è del singolo giocatore

Ogni partita o torneo può avere diversi obiettivi, anche a seconda del livello dei partecipanti alla partita. Questi sono alcuni dei tipi di obiettivi che si possono trovare in una partita di softair:

  • cattura la bandiera o cattura la postazione avversaria
  • salvataggio di un prigioniero
  • difesa della propria postazione
  • scortare un giocatore da un posto all’altro

La maggior particolarità di questo sport, vista la totale impossibilità di provare oggettivamente se l’avversario sia stato o meno colpito da un proiettile, risiede nell’autodichiarazione. Dunque correttezza e sportività del singolo giocatore sono alla base di qualunque partita.

La diffusione del softair in Italia

Recentemente il softair è stato riconosciuto dal CONI come sport, le associazioni possono quindi iscriversi come Associazioni e Società Sportive dilettantistiche. Questo movimento ha preso piede dagli anni ’90 grazie alla nascita di vari enti come l’Associazione Sportiva Nazionale War Games nata nel 1993 ed ora conosciuta con il nome di Federazione Italiana Giochi Tattici.

Questo ente, come altri si occupa di organizzare le attività di gioco come tornei dalla durata anche di 48 ore con previsti diverse operazioni e obiettivi. I campi da gioco possono essere boschivi o urbani, nel caso di una partita in un ente privato bisogna semplicemente informare la stazione di Carabinieri o Polizia più vicine, nel caso si utilizzi un ente pubblico va prima fatta richiesta. Rimane sempre necessario delimitare e segnalare la zona di gioco con appositi segnali per non allarmare gli ignari passanti.

Scritto da Gabriele Vecchia
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