Furetto nei pantaloni: la storia del ferret-legging

L'assurdo sport di resistenza al dolore: come nasce il ferret-legging

Un vero sportivo, indipendentemente dalla specialità prediletta, dovrebbe avere come massima aspirazione quella di superare sé stesso, migliorandosi giorno dopo giorno fino ad arrivare al massimo della forma e oltre. Anche questo sport prevede che si superino i propri limiti, ma per farlo ciò che serve non è esattamente allenamento, quanto resistenza al dolore fisico (anch’essa può venire allenata).

Stiamo parlando del ferret-legging, curioso sport semi sconosciuto in Italia ma di una certa risonanza nel mondo anglosassone. Questa particolare specialità prevede che i concorrenti si infilino un furetto nei pantaloni, resistendo il più possibile a quanto di peggio possa fare l’animale rinchiuso tra il tessuto dei vestiti e la carne del concorrente.

Chi rimane per ultimo davanti ai giudici vince.

La storia del ferret-legging

La vera origine del ferret-legging è tutt’ora abbastanza controversa: inizialmente sembrava che fosse stato inventato nello Yorkshire durante gli anni ’70, paternità contesa dagli scozzesi, che se ne attribuiscono l’invenzione. Che sia nato dai bracconieri inglesi, che dovevano nascondersi i furetti nei calzoni per non essere scoperti dai guardiacaccia, o dagli avventori dei pub scozzesi che scommettevano su chi sarebbe riuscito a tenersi più a lungo il furetto dentro i pantaloni, poco importa in effetti, perché questo particolare passatempo si è esteso in quasi tutto il mondo anglosassone.

Nel 1987 il ferret-lengging attira le attenzioni di uno scrittore Don Katz, che ne fa un articolo umoristico chiamato “Il re dei furetti”. In questo articolo della rivista Outside, i furetti vengono descritti terribilmente: “Dotati di artigli come aghi ipodermici e denti come chiodini da tappeto numero 16”. Nei vari articoli però, non viene mai citato cosa spinga i concorrenti ad impegnarsi in una gara del genere, nella quale la sofferenza è assicurata, soprattutto se si vuole vincere. James Howard del Fresno Bee ha provato a dare una spiegazione in effetti calzante: “Il bisogno dell’uomo di sfidare i limiti della resistenza umana“.

Comprensibilmente, questo sport nonostante esista probabilmente da un numero non precisato di secoli, non è molto praticato, al limite dell’estinzione. Secondo un articolo scritto nel 2005 dal quotidiano inglese Northem Echo, la scarsità di concorrenti sarebbe dovuta a “mancanza di concorrenti coraggiosi e mogli che si lamentano“. Nonostante questo però, dal 2003 al 2009 si sono svolte della gari annuali durante i Richmond Highland Games & Celtic Festival di Richmond in Virginia.

Le regole del ferret-legging

I concorrenti devono inizialmente disporsi davanti ai giudici, legarsi i pantaloni alle caviglie prima di immettere all’interno il furetto ed allacciare la cintura per evitare che esso scappi. Ogni partecipante deve rimanere davanti ai giudici per tutto il tempo che può. Per correttezza i concorrenti, nè i furetti, devono essere lucidi, nè ubriachi, nè drogati nè tantomeno sedati. Altro dettaglio importante: è vietato indossare biancheria intima sotto i pantaloni, in questo modo il furetto potrà passare tranquillamente da una gamba all’altra. Ultima regola riguarda i furetti: devono avere una serie completa di denti non smussati. Si può tentare nel caso il concorrente lo reputi necessario, di staccare il furetto dal punto in cui si aggrappa, ma bisogna tenere conto della loro forte presa, perciò i tempi possono essere lunghi… forse meglio lasciarlo fare e non pensarci troppo.

Il campione del mondo Reg Mellor ha avuto il merito di istituire una pratica faccia capire meglio al pubblico ciò che sta succedendo, ovvero indossare pantaloni bianchi durante gli incontri per mostrare il sangue uscito dalle ferite.

Scritto da Gabriele Vecchia
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