Romero: “La Juve è la Juve, ma niente panchina”

"Quando la Juve mi lasciò a Genoa non sapevo di non essere ancora pronto per giocare con loro: dovevo accumulare altra esperienza in Serie A".

Il difensore dell’Atalanta Romero ha parlato a Sportweek del suo passato bianconero: “Quando la Juve mi lasciò a Genoa non sapevo di non essere ancora pronto per giocare con loro: dovevo accumulare altra esperienza in Serie A. L’estate scorsa la Juventus ha cambiato allenatore e ho capito che sarebbe stato difficile restare: ci speravo, ma c’erano tanti difensori centrali.

Ho chiamato il mio agente e gli ho chiesto di cercare una soluzione. A me non serve giocare cinque o sei partite a stagione. Sono giovane, per crescere ho bisogno di giocare. La Juve è la Juve, ma non voglio rimanere in panchina”.

Sull’arrivo alla Dea: “Mi cercarono anche altre squadre, ma quando ho saputo dell’Atalanta ho subito detto sì. Ai tempi del Genoa tanti compagni che erano stati allenati da Gasperini mi avevano parlato benissimo di lui”.

“A loro dirò sempre grazie perché mi ha portato in Italia e mi ha dato fiducia. Anche se lì, cambiando tanti allenatori e lottando per non retrocedere è molto difficile crescere. Gasperini se lo ascolti e ti alleni bene, ti sta dietro passo dopo passo e ti fa migliorare. Prima di conoscere lui ero tatticamente un disastro, non capivo niente. Oggi mi sento più maturo”, ha concluso.

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