Calciatori famosi che in carriera hanno cambiato ruolo

Quando Fabio Grosso, Marco Verratti e colleghi hanno deciso di reinventarsi

Nel calcio per sfondare certe volte c’è bisogno di reinventarsi. Lo sanno bene alcuni campioni di questo seguitissimo sport di squadra che prima di divenire tali hanno dovuto mettersi alla prova con ruoli che alla lunga non erano nelle loro corde. Questo è il caso per esempio di Fabio Grosso, che Serse Cosmi volle esterno di sinistra nel 3-5-2 del suo Perugia primi anni ‘2000; peccato però che in quella posizione non rendeva come avrebbe dovuto, così cambiò vita divenendo nel Palermo un esperto difensore. Di storie come quella del campione del mondo del 2006 con la maglia della Nazionale ce ne sono tantissime; ecco perché è doveroso citarne qualcuna. La più singolare ha per protagonista Gianluca Zambrotta, che da promettente ala destra con la maglia del Bari si trasformò con Lippi in un impeccabile terzino destro di spinta con licenza di offendere l’avversario. Parlare nel suo caso di rivoluzione copernicana per quanto riguarda il cambio di ruolo risulta assolutamente corretto. Corretto è stato anche l’esperimento di Trapattoni, che ha voluto a tutti i costi che Marco Tardelli nella sua Juventus giocasse da centrocampista. Nonostante i dubbi iniziali, visto che si stava pur sempre parlando di un giovane terzino destro che andava ancora ”svezzato”, fu un successo sia per i bianconeri sia per la Nazionale italiana. Calcio di altri tempi dove cambiare posizione non era poi così impensabile visti i ritmi poco sostenuti in campo? In realtà no; basti guardare ai seguenti due esempi tratti dalla storia del calcio moderno.

Pirlo regista davanti alla difesa fu un’incredibile intuizione

Tra i calciatori famosi che in carriera hanno cambiato ruolo c’è Andrea Pirlo, che nasce trequartista nel Brescia di Mazzone per poi divenire nel Milan di Ancelotti un regista davanti alla difesa di livello assoluto. Della sua vecchia vita da “quasi attaccante” ha sempre conservato l’abilità di distinguersi dagli 11 metri, vedi Italia-Inghilterra del 2012 quando realizzò un goal su cucchiaio di rara bellezza, ricordando a tutti come nel suo caso fortuna e calci di rigore non fossero legati in alcun modo. Forse perse il suo essere prolifico in avanti, suo tratto distintivo nelle Giovanili delle Rondinelle, ma non certo il passaggio geniale per il compagno smarcato, che come minimo significava chiara occasione da goal. Sono passati ormai 6 anni dal ritiro di Andrea Pirlo, e ancora oggi non si è trovato un degno erede che possa emularne le gesta. Detto diversamente, in Italia manca un calciatore che sappia dirigere così bene il traffico sulla mediana.

Il caso Verratti

Quando Marco Verratti decise di darsi al pallone fece subito capire a tutti quanti che aveva classe; anche ai suoi allenatori, che tuttavia all’inizio non sapevano dove schierarlo. L’ex Pescara in campo si era sempre distinto per essere un giocatore ordinato, dall’innato senso della posizione e dai piedi decisamente educati. Viste tali caratteristiche inserirlo dietro alle punte era una scelta doverosa; però si scoprì ben presto che avrebbe reso maggiormente davanti alla difesa. E in effetti al PSG sta facendo la differenza proprio in quel ruolo, soprattutto in Champions League, manifestazione che oramai conoscere benissimo. In Nazionale la questione è un po’ più delicata, perché la formazione di Mancini gioca un calcio diverso rispetto al suo club d’appartenenza, più muscolare e meno propenso a un giro palla veloce e al tempo stesso intelligente.

Le 3 vite di Ruud Gullit: da difensore a mediano di contenimento

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Tornando indietro nel tempo, precisamente agli anni ’80-’90, la parabola che ha avuto per protagonista Ruud Gullit non può che colpire: nella sua vita sportiva ha occupato ben 3 ruoli diversi. Più precisamente: nelle Giovanili dell’Harleem è stato un difensore puro vecchio stampo; nel Milan un centrocampista offensivo, il cui rendimento andò calando a causa dei tanti infortuni; nella Sampdoria, infine, un mediano di contenimento. Queste le 3 vite sportive di uno dei campionissimi che i tifosi rossoneri ancora oggi ricordano con piacere. Per non farsi mancare nulla, prima di ritirarsi tornò a fare il difensore, con il Chelsea, club con cui disputò 3 stagioni a partire dal 1995 fino al 1998 incluso.

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