Perché i calciatori non possono togliersi la maglietta?

Cosa ha portato alla regola tanto osteggiata da calciatori e tifosi

La regola è in vigore ormai da 18 anni, ma non ha ancora convinto del tutto molti tifosi, spaccando in due l’opinione pubblica. Togliersi la maglietta era una volta la massima espressione dell’esultanza di un calciatore dopo aver fatto un gol ma, dopo il 2004 il prezzo da pagare è alto: un’ammonizione.

Perché i calciatori non possono togliersi la maglietta

Il regolamento aggiornato per quanto le esultanze parla chiaro:

“Festeggiamenti di una rete. I calciatori possono festeggiare la segnatura di una rete, ma tale festeggiamento non deve essere eccessivo; i festeggiamenti con coreografie non devono essere incoraggiati e non devono causare eccessiva perdita di tempo.

Uscire dal terreno di gioco per festeggiare una rete non è di per sé un’infrazione passibile di ammonizione, ma i calciatori devono ritornare sul terreno di gioco il più rapidamente possibile.
Un calciatore deve essere ammonito, anche se la rete non viene convalidata, se:

• si avvicina agli spettatori in un modo che causa problemi di sicurezza e/o per l’incolumità e/o si arrampica sulla recinzione

• fa gesti o agisce in un modo provocatorio o derisorio

• si copre la testa o il volto con una maschera o altro oggetto similare

“Svestirsi della maglia sarà da ammonizione anche perché nel tifoso avversario potrebbe creare situazioni difficili”.

Cosa ha portato a prendere questa decisione così drastica? Vi sono diversi motivi. A portare avanti il dibattito sono state le esultanze che, con il passare degli anni sono iniziate a diventare sempre più particolari e sfrenate: maglie e pantaloni all’aria, corse senza fine verso la tribuna per festeggiare un gol con un bagno di folla si sono tramutate in troppi minuti persi dopo ogni gol.

Un episodio chiave in Italia porta alla regola ferrea in vigore dal 2004: dopo un gol contro la Juventus l’attaccante ai tempi della Roma Antonio Cassano ha tolto non solo la maglietta, ma ha anche spezzato a metà la bandierina del calcio d’angolo con un calcio. L’arbitro di quella partita Pierluigi Collina, ora presidente della commissione arbitri, decise di ammonirlo per eccesso di festa, da qui il via alla prassi. In quel caso l’esultanza fu considerata decisamente sopra le righe, e quindi l’ammonizione venne reputata giusta, da quel giorno in avanti ci si comportò diversamente riguardo le esultanze: chi mostrava scritte sotto la maglia (come Bobo Vieri per sponsorizzare il proprio marchio Sweet Years, o le famosissime esultanze di Francesco Totti, dedicate alla ormai ex moglie Ilary e ai figli), foto o simili, doveva essere sanzionato con un cartellino giallo. Nel 2008 arriva un’ulteriore restrizione: anche chi solleva la maglietta sopra la testa, senza toglierla del tutto, o la alza banalmente per mostrare al pubblico dei messaggi, sarà ammonito.

Ultimo degli episodi nel quale il cartellino giallo dopo l’esultanza è costato non poco è stato durante Milan Spezia: all’ultimo minuto l’attaccante rossonero Oliver Giroud segna e, dimenticandosi di essere già stato ammonito in precedenza si toglie la maglietta, venendo clamorosamente espulso!

Una motivazione in più è data sicuramente dagli sponsor: il momento dopo il gol è quello nel quale i calciatori hanno maggiore visibilità, così come le loro magliette che, chiaramente è meglio che rimangano addosso.

Scritto da Gabriele Vecchia
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