I successi e gli insuccessi dell’era Agnelli

Era Agnelli, gioie e dolori: da puntare alla vetta alle dimissioni

Siamo di fronte alla fine di un’era durata più di 12 anni, quella di Andrea Agnelli alla Juventus. Al di là delle indagini giudiziarie che lo hanno recentemente coinvolto, il rampollo della famiglia Agnelli è diventato il presidente più vincente della storia bianconera grazie ai 19 trofei vinti nella sua gestione.

Nonostante questo, però, molti sono stati nell’ultimo periodo i tifosi suoi detrattori, ma quali sono stati i successi, quali gli insuccessi dell’Era Andrea Agnelli?

I successi

Innegabilmente Andrea Agnelli ha risollevato i bianconeri da una situazione non semplice dopo gli anni di Calciopoli, portandola nell’arco di 12 anni a nove scudetti di fila (mai nessuno ci era riuscito in Italia), cinque Coppe Italia, cinque Supercoppe e due finali di Champions League.

Grazie al lavoro suo e a dirigenti esperti, primo tra tutti Giuseppe Marotta e un tecnico in ascesa come Antonio Conte, la “Vecchia Signora” torna a vincere. Dalla stagione 2011-2012 vinta da imbattuti, si apre un ciclo. Nel 2013-2014 viene infranto il record di punti in Serie A , facendone 102. Dopo la fine del sodalizio con il tecnico pugliese arriva Allegri, con cui la portata della squadra inizia a diventare europea grazie alle due finali di Champions raggiunte. Infine, lo scudetto vinto da Sarri conclude i 9 anni di dominio in Serie A nella stagione 2019-2020.

Sul piano economico, sotto la gestione di Andrea Agnelli, la società ha toccato picchi mai visti dalle società italiane arrivando a valere oltre 1,5 miliardi stando alle quotazioni della Borsa. Inoltre, la squadra ha costruito uno squadro moderno e di proprietà, scelta vincente che ha rappresentato forse il picco della gestione.

Gli insuccessi

2 finali di Champions, è vero, ma nessuna Champions League. Questo è stato negli anni l’incubo di Andrea Agnelli. La Coppa dalle Grandi Orecchie è stata la motivazione principale di molti dei problemi del pupillo di casa Agnelli. Già le prime ombre sulla gestione vennero gettate con l’addio di Antonio Conte dopo lo sfogo all’uscita della Champions del tecnico pugliese: “Non si può mangiare in un ristorante da 100 euro con 10 euro”, aveva affermato, in merito alla richiesta di un salto di qualità degli investimenti per competere a livello europeo. La distanza tra club e tecnico non si colmò portando la relazione al termine a fine stagione. Con l’arrivo di Max Allegri il salto di qualità a livello di investimenti arriva – merito anche della cessione Pogba e del gran lavoro di Marotta -, arrivano Higuain, Ronaldo e altri, ma la Champions sfugge 2 volte in finale nell’arco di tre stagioni.

Come riuscire a raggiungere la vittoria del trofeo più ambito d’Europa? Prendere il giocatore più forte che ti ha battuto due volte: Cristiano Ronaldo. E qui, iniziano i problemi: pagati 117 milioni al Real Madrid, al portoghese sono stati offerti quattro anni di contratto a circa 30 milioni. E’ stata l’operazione più costosa avvenuta in Italia, coadiuvata anche da un ottimo lavoro di marketing, ma che non ha portato i risultati sperati sul campo, anzi. La pressione schiaccia i bianconeri, che peggiorano le proprie prestazioni in Champions, e anche in campionato, finendo per perderne la supremazia durante la gestione di Andrea Pirlo. Due trofei non sono bastati al talento di Brescia per rimanere in sella, ed ecco il ritorno di Massimiliano Allegri per tentare di tornare ai bei vecchi tempi. Nell’arco di poche stagioni i bianconeri bruciano milioni, fanno pessimi interventi sul mercato sia in entrata che in uscita, trovandosi smarriti e quarti in Serie A dopo sei vittorie di fila. Le speranze erano quelle che il Mondiale portasse tranquillità ma a quanto pare, per i tifosi juventini, non sarà ugualmente un periodo tranquillo.

Scritto da Gabriele Vecchia
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Riccardo
29 Novembre 2022 23:07

Uno stadio moderno, non uno squadro, in ogni caso Agnelli l’ha solo inaugurato, il progetto nasce nel 2003 con Giraudo.

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