La formula sicura di Filipe Luís, allievo riservato del ‘Cholo’ Simeone

In un solo anno sulla panchina del Flamengo, Filipe Luís ha conquistato tre titoli e ha raggiunto la finale della Copa Libertadores. Ex calciatore e discepolo di Diego ‘Cholo’ Simeone, il 40enne ha sorpreso con il suo debutto da allenatore.

Sabato affronterà una sfida importante contro il Palmeiras per il titolo continentale.

Nonostante la sua giovane età per un allenatore, l’ex esterno sinistro si è rapidamente affermato come uno dei nomi più promettenti nel panorama degli allenatori brasiliani, un settore che ha visto pochi grandi nomi globali negli ultimi anni, a parte figure come Luxemburgo e Scolari.

Dopo aver avuto successo come calciatore in squadre come il Deportivo La Coruña, il Chelsea e l’Atlético de Madrid – dove ha abbracciato la filosofia del ‘Cholo’ – la sua carriera da allenatore è decollata in modo impressionante. Se dovesse vincere la Libertadores, il suo nome sarebbe accostato a quello di Pep Guardiola al Barça o Zinedine Zidane al Real Madrid, leggende del calcio che hanno trionfato alla loro prima esperienza da allenatori.

Il passaggio dal campo alla panchina è stato rapido. Filipe Luís ha annunciato il suo ritiro il 30 novembre 2023, all’età di 38 anni, e il 18 gennaio 2024 è diventato il tecnico della squadra under 17 del Flamengo, dove aveva chiuso la sua carriera. A giugno ha preso in mano la squadra under 20, portando a casa la Coppa Intercontinentale, e il 30 settembre ha fatto il salto nel team principale, subentrando a Tite. L’inizio è stato difficile, dato il malcontento dei tifosi per il gioco poco entusiasmante di Tite, ma è riuscito presto a conquistare la fiducia del pubblico.

La sua gestione ha portato successo subito, accompagnata da un approccio distintivo, sia con che senza palla. Il primo trofeo è arrivato rapidamente: una Copa do Brasil, conquistata battendo l’Atlético Mineiro in finale.

Dopo aver sedato le proteste dei tifosi, ha guadagnato la fiducia della dirigenza grazie a due ulteriori vittorie nella scorsa preparazione: il Campeonato Carioca, il torneo principale di Rio de Janeiro, e la Supercopa do Brasil, vinta contro un Botafogo reduce da trionfi in Liga e Libertadores.

Si descrive come un “lavoratore ambizioso” e uno dei suoi principi è “vivere il momento”, un concetto introdotto da Simeone.

Sebbene mantenga la propria fermezza, ha dimostrato abilità nel gestire spogliatoi composti da personalità forti, come quello del Flamengo, con una rosa ricca di calciatori di esperienza europea, tra cui Danilo, Emerson Royal, Jorginho, Saúl Ñíguez e Samuel Lino, quest’ultimi due ex atleti dell’Atlético di Madrid.

Originario di Jaraguá do Sul, una regione del sud del Brasile nota per la sua resilienza, l’ex campione della Copa América con il Brasile nel 2019 si presenta in modo sobrio durante le conferenze e mostra un atteggiamento severo durante le partite, solitamente vestito di nero e con i capelli raccolti.

Non esita a richiamare i suoi giocatori anche durante le partite, come è accaduto con il discusso Gabriel Barbosa ‘Gabigol’, e non teme di mettere in imbarazzo un atleta di fronte ai media a causa di cattive attitudini o mancanza di disciplina.

“Il comportamento e l’atteggiamento di Pedro questa settimana sono stati deplorevoli, al limite del ridicolo”, ha affermato il tecnico in conferenza riguardo al suo attaccante titolare in un episodio recente della stagione.

Il giocatore con il numero ‘9’ ha risolto la sua posizione all’interno della squadra, permettendo a Filipe Luís di riaverlo per la fase finale di una stagione che vede non solo la lotta per la Libertadores, ma anche una competizione intensa con il Palmeiras per il titolo del Campionato Brasiliano, proprio in vista dell’incontro di sabato a Lima.

Il traguardo che Saúl Ñíguez potrebbe raggiungere durante la sua prima stagione con il Flamengo