Pianificazione, un marchio stilistico distintivo e una solida stabilità rappresentano gli elementi fondamentali per il miglior Elche del XXI secolo

L’Elche, attualmente imbattuto e quarto in classifica dopo sette partite nel campionato di Prima Divisione, sta vivendo un momento di grande successo nel suo ritorno nel calcio di alto livello, grazie non solo ai risultati sportivi ma anche alla sua condizione economica e sociale, che rendono questo periodo il migliore del ventunesimo secolo.

Il club di Elche ha affrontato sfide significative, come la retrocessione amministrativa in Seconda categoria dieci anni fa e un ulteriore declassamento a Seconda B sette anni fa, ma ha dimostrato una notevole resilienza, ottenendo due promozioni nella massima serie in questa decade.

Il successo sportivo è strettamente legato alla situazione economica e sociale in cui opera il club, soprattutto dopo l’ingresso nel capitale del rappresentante argentino, Christian Bragarnik. Grazie alla solidità finanziaria, il club è riuscito a estinguere un debito di oltre 47 milioni di euro con un anticipo di dodici anni, rispettando gli accordi stabiliti durante la procedura di insolvenza. Questo ha permesso di focalizzarsi esclusivamente sulle questioni sportive, dando vita a progetti ambiziosi come la ristrutturazione dello stadio e la creazione di un centro sportivo.

Bragarnik ha preso le redini del club nel dicembre del 2019 e, dopo soli otto mesi, ha vissuto un’improvvisa promozione in Prima Divisione, avvenuta in una stagione segnata dalla pandemia. Sul fronte sportivo, il suo obiettivo era sviluppare un gioco ben definito e accattivante, basato sul possesso di palla e sul gioco di squadra. I primi due anni sono stati complicati e la lotta per la salvezza ha portato a un gioco diverso, ma dopo la retrocessione, Bragarnik ha voluto implementare questo stile di gioco con il suo connazionale Sebastian Beccacece. Sebbene quest’ultimo non sia riuscito a ottenere risultati sul campo, ha piantato un seme che Eder Sarabia, l’attuale allenatore, ha saputo far fiorire.

Nella gestione del calcio, l’Elche ha modificato approccio negli ultimi due anni, puntando meno sui trasferimenti di calciatori sudamericani, che erano molto comuni nei primi periodi di Bragarnik, e concentrandosi maggiormente sul mercato nazionale ed europeo. Currently, la rosa dell’Elche conta solo due argentini, il portiere esperto Matías Dituro e il giovane Fede Redondo, rispetto agli otto sudamericani e all’allenatore che componevano il team in passato. Una delle novità del modello attuale è l’attenzione riservata a calciatori giovani con potenziale di crescita nel club. L’Elche è consapevole della sua natura di club venditore e non trattiene nessun giocatore, come dimostrano le cessioni di Lucas Boyé, Nico Castro, Nico Fernández e Mourad, tra gli altri. Seguendo questa filosofia, hanno acquisito talenti emergenti come l’austriaco David Affengruber, la cui valutazione è schizzata alle stelle grazie alle sue prestazioni in Segunda e Primera División, così come Yago de Santiago, attualmente infortunato, e il recente acquisto portoghese Martim Neto. Bragarnik e Sarabia hanno anche trasformato l’Elche in un luogo di seconde possibilità, creando un ambiente in cui calciatori che hanno affrontato periodi difficili possono ritrovare il loro miglior stato di forma. Nella stagione passata, il tecnico basco ha reintegrato Aleix Febas, Marc Aguado e Germán Valera per aiutarli a ritrovare il loro rendimento ottimale, e quest’anno ha fatto lo stesso con Rafa Mir, il portoghese André da Silva, Adriá Pedrosa e Víctor Chust. Lo stile di gioco e la filosofia del mister hanno attratto giocatori che apparivano irraggiungibili, come i prestiti dal Barcellona, Iñaki Peña e Héctor Fort, oltre all’ex madridista Álvaro Rodríguez. Le formazioni dell’Elche degli ultimi anni hanno saputo mixare un equilibrio perfetto tra esperienza, gioventù, qualità e ambizione per ottenere i risultati sperati.

Sarabia ha aperto opportunità ai giovani talenti, portando Rodrigo Mendoza a far parte della squadra principale e dando spazio ad altri come Ali Houari. In concomitanza con i successi sul campo, il proprietario del club ha apportato cambiamenti graduali nella struttura organizzativa, migliorando non solo la direzione sportiva, ma anche i settori del marketing e della comunicazione, per creare un club che rifletta la sua visione. La buona condizione atletica ed economica ha ripristinato l’armonia tra i tifosi dell’Elche, che hanno messo da parte le proteste di massa contro la gestione per godere del momento florido del loro team. Quest’estate, l’Elche ha stabilito un nuovo record di abbonamenti, raggiungendo i 27.000, il numero massimo disponibile, di fronte a un pubblico di 31.000 posti nel loro stadio. Tutto scorre senza intoppi attorno all’Elche, che dopo un inizio di stagione senza precedenti in Prima Divisione e con una posizione in zona Champions, sogna di rivivere un periodo d’oro simile a quello degli anni ’60, quando ha trascorso 12 anni nell’elite del calcio.

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