Il Rayo affonda un Real privo di vita in un Anoeta sempre più inquieto

La Real Sociedad ha sufrido una derrota amargamente decepcionante, mostrando una falta de espíritu y profundidad en su juego. El equipo parecía encaminarse hacia un punto que, aunque soso, era necesario, pero no pudo mantenerlo ni antes ni después de que se produjera el primer gol.

A pesar de no mostrar un ataque decisivo, el Rayo Vallecano aprovechó un contragolpe en los minutos finales para sellar el destino de un conjunto que, bajo la dirección de Sergio, se mostró incapaz de replicar las mejoras evidenciadas la semana anterior.

En su lugar, se observaron inquietudes y tensiones que son típicas de estar sumido en el descenso, apenas con una victoria en su cuenta tras varias jornadas. Ni las decisiones tomadas en el encuentro contra el Mallorca ni las variaciones tácticas lograron rescatar ni al club ni al entrenador. Tanto Sergio como su equipo se enfrentan a un panorama complicado, y la situación en Donostia podría volverse crítica. Es imperativo que comiencen a sumar triunfos, pero también se necesita un cambio de enfoque por parte del entrenador, que se ha convertido en el principal candidato a recibir críticas. Sin embargo, el problema es más amplio, dado que muchos jugadores parecen carecer de la actitud y la determinación necesarias para competir.

Goles:(0-1) Pacha Espino (84′)

Guedes e il Mallorca
Parece que Sergio no está convencido de la aptitud de Kubo, ya sea por problemas físicos en el tobillo o por su desempeño futbolístico, ya que lo mantuvo en el banquillo y optó por Guedes, quien fue la única alteración en la alineación titular respecto al partido contra el Mallorca. El entrenador realizó tres cambios con respecto a la alineación del partido en Barcelona, recuperando al equipo que le dio una victoria anterior, incluyendo a Soler, Brais, Aramburu y Sergio Gómez. Yangel fue el que se quedó fuera de la convocatoria en el último momento, ya que todavía no se encuentra en plena forma o se prefiere que no lo parezca para evitar que se sume a la selección de Venezuela.

Una espulsione che avrebbe potuto ribaltare il match

La partita era cruciale e la situazione per entrambe le squadre si presentava difficile e delicata. Ci si aspettava un inizio energico, ma né in campo né sugli spalti si è visto nulla di tutto ciò. La prima frazione di gioco si rivelò noiosa, quasi un sonnifero per i tifosi in una tranquilla domenica pomeriggio. L’unico momento di sussulto fu un tentativo da distanza di Guedes e un errore di Gorrotxa, che rischiò di trasformarsi in un gol. Tuttavia, un fatto che poteva realmente cambiare le sorti dell’incontro fu l’ammonizione che non venne mostrata a Lejeune al quarto minuto. Contestazioni si sollevarono, considerando quanto fosse evidente, molto più della sanzione inflitta a Huijsen per un contatto simile contro Oyarzabal. Il capitano riuscì a superare il difensore del Rayo in un contrasto a centrocampo dove Lejeune si trovava in posizione di ultima difesa. Oyarzabal, già diretto verso Batalla e in controllo del pallone, subì un fallo palese che l’arbitro Guzmán ignorò del tutto. L’eibartarra necessitò di cure mediche, ma il VAR, gestito da Pablo González Fuertes, un vecchio noto per le sue decisioni discutibili, non ritenne di dover rivedere l’episodio. Il tutto avvenne in modo quasi indifferente, nonostante fosse una situazione cruciale e un evidente errore. In quel frangente, tra l’altro, sugli spalti giunse Bultzada, che negli ultimi cinque minuti aveva manifestato contro le atrocità in Palestina, ma questo non sembrò influenzare l’arbitro.

Dal resto, c’è poco da segnalare, se non che la Real ha avuto un ruolo predominante. Si percepiva una certa ansia di non subire gol, evidenziata dalla mancanza di gioco e di fluidità. Guedes ha dato segnali di vitalità, avanzando lungo la fascia due volte (una grazie a un passaggio illuminante di Brais), oltre a tentare un tiro alto da fuori area dopo aver superato due avversari. La squadra txuri urdin ha cercato di avvicinarsi di più, ma senza incisività; quasi subiscono lo 0-1 da De Frutos, a seguito di un errore di Gorrotxa durante la costruzione del gioco, con tutti i compagni in posizione avanzata. Tuttavia, la conclusione del giocatore del Rayo, con Remiro che non era ancora tornato in posizione, è risultata imprecisa e ha terminato fuori.

Nella ripresa, sembra che Sergio abbia dato una scossa alla squadra, poiché sono tornati in campo con un atteggiamento più propositivo, sebbene senza particolari sprazzi di brillantezza o grande verticalità, e senza raccogliere frutti. Barrene si è messo in evidenza, lasciando dietro Ratiu con un dribbling nell’area e passando il pallone a Oyarzabal, che però non è riuscito a controllare bene. Poco dopo, il capitano ha finalmente tentato il primo tiro in porta con un forte sinistro da fuori area, dopo un bel movimento di Guedes, ma Batalla ha respinto con efficacia. Anche il Rayo ha avuto la sua occasione, con un buon cross che Chavarría ha calciato dopo un assist di Fran Pérez. Zubeldia è intervenuto per salvare la situazione.

Sergio non si sentì sicuro delle sue scelte e decise di inserire Sucic, accolto da alcune fischiate, e Kubo. Ritornava così il trio Brais-Sucic a centrocampo, un’opzione che era stata scartata in precedenza per scarsa efficacia. La Real sprecò un’opportunità in contropiede con Barrenetxea poiché né il croato né Oyarzabal si mossero. Il capitano si ritrovò con il pallone tra i piedi, eluse un difensore piuttosto lento, ma il suo tiro in area venne respinto. Con il passare dei minuti, la situazione era stagnante e Sergio, questa volta, decise di inserire Karrikaburu come attaccante. Escluse Barrene e spostò Oyarzabal sulla fascia. Marín subentrò a un opaco Brais per fare avanzare Sucic. Poco dopo, Díaz tentò un tiro da distanza, parato da Remiro, e subito dopo, un brusco colpo con il gol in contropiede di Pacha su passaggio di Ratiu. Un’autostrada sulla fascia, con i due attaccanti soli in area e il tabellone che segnava l’84’. Dalla tribuna si alzò un coro di frustrazione: “Échale huevos”, seguito da fischi e un lungo momento di silenzio, con la retrocessione nel pensiero. Anche così, la squadra txuri urdin non riuscì a esercitare un vero assedio offensivo, nonostante avesse a disposizione cinque sostituzioni in una rosa di 28 giocatori. L’unico tiro degno di nota arrivò al 95′, con Sucic che tentò la conclusione su un passaggio arretrato di Oyarzabal. Una prestazione insufficiente e chiaramente preoccupante.

L’analisi dettagliata della partita tra il RCD Espanyol e il Betis