La sconfitta contro il Rayo Vallecano ha lasciato segni evidenti di grande frustrazione tra i calciatori della Real Sociedad. La squadra, con una sola vittoria in otto partite e attualmente in zona retrocessione, ha mostrato un atteggiamento collettivo di sconforto al termine della gara.
L’incapacità di trovare soluzioni in campo e la preoccupazione per la situazione in classifica erano ben visibili sui volti di molti giocatori. Jon Gorrotxategi ha manifestato in modo particolare il peso dell’insuccesso. Appena suonato il fischio finale, si è accovacciato sul terreno di gioco, davanti alla tribuna di Bultzada, celando il volto con la maglia e le mani.
È rimasto così per alcuni secondi, incapace di trattenere la sua frustrazione, in un’immagine che ha riassunto la desolazione nello spogliatoio. Apparendo pensieroso e visibilmente provato, il calciatore, cresciuto a Zubieta, ha lasciato il campo con la testa bassa, consapevole della difficile fase che attraversa la sua squadra. Inoltre, sapeva di non riuscire a contribuire come si deve. Anche Mikel Oyarzabal, il capitano, ha mostrato il suo disappunto. Le telecamere lo hanno ripreso chinato in segno di stanchezza, con le mani sulle ginocchia e uno sguardo incredulo. In area mista ha parlato della gravità della situazione, sottolineando l’importanza dell’autoanalisi e affermando che “l’impegno non è sufficiente se non arrivano i risultati”. Sergio Gómez ha rappresentato un altro volto del malessere attuale. Il terzino, l’unico tra i tre a non essere un prodotto del vivaio, ha finito la partita con un’espressione di incredulità e con gli occhi lucidi. La sua reazione sintetizza il sentimento di parte dello spogliatoio e, soprattutto, della tifoseria: confusione, stanchezza e una forte richiesta di risposte.
D’altro canto, Umar Sadiq e alcuni altri calciatori sono stati oggetto di molteplici critiche per non aver dimostrato lo stesso impegno dei loro compagni.