L’arrivo di Marko Dmitrovic all’RCD Espanyol non poteva fare a meno di essere confrontato con il suo illustre predecessore, Joan Garcia. Il portiere di Sallent, il quale ha registrato il maggior numero di parate nell’ultima stagione (146), ha giocato un ruolo cruciale nella salvezza della squadra, lasciando un’eredità pesante sia sul piano sportivo che emozionale.
I tifosi espanyolisti hanno assistito con un certo disincanto al passaggio di uno dei propri uomini al rivale di sempre, accogliendo con una certa diffidenza la scelta del direttore sportivo, Fran Garagarza, di affidare a Dmitrovic il compito di occupare il posto del nuovo numero ‘13’ del FC Barcelona.
Con 33 anni e concorrenti considerati inizialmente più appetibili, come Leo Román del Mallorca, la titolarità di Dmitrovic aveva sollevato non poche perplessità tra i sostenitori. Tuttavia, il portiere serbo, originario della Croazia, ha dimostrato il suo valore con prestazioni solide.
Sin dall’inizio, Manolo González lo ha ritenuto indispensabile, malgrado la presenza dell’emergente Àngel Fortuño, e Dmitrovic si è rivelato fondamentale per il buon andamento dell’Espanyol, attualmente quinto nella classifica e a solo due punti dalla zona Champions, oltre ad essere la squadra con il minor numero di gol subiti in trasferta, a pari merito con il Celta (7).
Nei primi 17 incontri, l’ex portiere del Leganés ha mantenuto la porta inviolata in sette occasioni, avvicinandosi così alle otto volte di Joan Garcia nella stagione precedente e posizionandosi secondo solo al portiere del Real Madrid, Thibaut Courtois (che ha raggiunto otto clean sheet). Non si tratta solo di questo: Dmitrovic è il secondo in LaLiga per percentuale di parate (76,7%) e per le “high claims” (1,24 a partita). Numeri che sicuramente rappresentano il suo miglior biglietto da visita in vista del primo incontro diretto con il suo predecessore, previsto per il 3 gennaio prossimo (RCDE Stadium, 21:00 h).
Joan Garcia ha dichiarato di non voler sostituire nessuno fin dal principio, spiegando di aver acquisito importanti insegnamenti dalla sua esperienza al Sevilla. Ha menzionato di essere stato il sostituto di Bono, il cui impatto è stato notevole, e ha ammesso di aver affrontato alcune difficoltà psicologiche in quel periodo. Tuttavia, ha sottolineato che questa esperienza gli ha insegnato a prendere tutto con maggiore rispetto e che non commetterà più gli stessi errori, come ha rivelato in un’intervista a questo quotidiano lo scorso luglio.

