Il Girona continua a scivolare verso il basso. Dopo la prestazione deludente contro il Villarreal, si cerca di trovare dei colpevoli e si punta il dito in varie direzioni, sperando in un cambiamento decisivo. Míchel, stanco di difendere la società, ha ormai raggiunto il limite della sopportazione.
Sebbene i calciatori siano in parte responsabili di quanto accade in campo – e abbiano riconosciuto le proprie colpe nelle interviste post-partita – si ritrovano coinvolti in una situazione che appare insostenibile. Il loro discorso manca di coerenza ed è evidente che il problema ha radici profonde.
Lo scorso anno è stato chiaro che la rosa, per esprimere il gioco che il club desidera mostrare e applicare le giocate automatizzate tipiche del Vallecano, non può essere assemblata nell’ultima settimana di mercato. Non vi è dubbio che il settore sportivo ambisca a ingaggiare giocatori di alto livello per favorire la crescita della squadra, ma l’attuale contesto ha messo a dura prova le capacità di chi gestisce le trattative: meglio un uccello in mano che cento in volo. Di conseguenza, la situazione si complica ulteriormente. Giocatori una volta considerati incedibili sono ormai delusi dall’assenza di un progetto valido che pare non arrivi mai, mentre altri sono pronti a valutare offerte e a fuggire da una condizione che si aggrava da mesi. Per la prima volta in assoluto, ci sono rinforzi potenziali che non vogliono neppure considerare Montilivi. Echeverry, dopo un lungo tira e molla, ha invece optato per il Bayer Leverkusen, mentre Umar Sadiq non ha alcuna intenzione di lasciare la Real Sociedad a meno che non si tratti di un passaggio al Valencia, nonostante gli ultimi anni del club non siano stati particolarmente brillanti. Krejci, con un’irrinunciabile offerta del Wolverhampton di quasi 35 milioni di euro, ha chiesto tempo per riflettere, ma le sue idee si sono chiarite velocemente già nel primo tempo a La Ceràmica: ogni uomo per sé. Nelle ultime ore è stata raggiunta un’intesa tra il giocatore e il club inglese.
La mancanza di professionalità da parte di alcuni membri della rosa principale ha provocato un clima di frustrazione sia in Míchel sia in alcuni capitani, come David López, che ha incoraggiato chi non si sente parte del progetto a lasciare il club. La tensione è palpabile all’interno dello spogliatoio, con molti che incolpano la proprietà e la dirigenza sportiva. Míchel ha il diritto di dimettersi in qualsiasi momento. Nonostante gli errori del passato, si trova senza una squadra coesa, con mancanza di impegno da parte di diversi giocatori, e senza segni di miglioramento. Senza interventi concreti, non si otterrà alcun progresso. Non sono solo le sconfitte a testimoniare la crisi, ma il modo in cui si verificano, con uno scivolone dopo l’altro. Pertanto, i principali responsabili hanno a disposizione sette giorni per evitare di precipitare in Serie B, dopo che solo un anno fa si preparavano ad ascoltare l’inno della Champions League.