Soto Grado rappresenta una difficoltà costante per un Atlético che sta perdendo la pazienza nei suoi confronti

Nella partita di domenica 5 ottobre tra l’Atlético de Madrid e il Celta di Vigo, svolta allo stadio Balaídos, i colchoneros hanno sperimentato ancora una volta le problematiche legate alla direzione arbitrale di César Soto Grado. Insieme a Gil Manzano, il fischietto del Comitato Riojano, è considerato uno degli arbitri più temuti dai giocatori dell’Atlético, con un passato ricco di polemiche e decisioni contestabili che hanno spesso penalizzato la squadra di Simeone.

Nel club rojiblanco si sono resi conto che, senza la controversa decisione di estrarre un secondo cartellino giallo per Lenglet a causa di un leggero contatto con Jutglà, avrebbero potuto conquistare la vittoria in trasferta. La questione non sta tanto nell’espulsione del difensore francese, evitabile in vari modi, ma piuttosto nell’iniquità delle decisioni arbitrali.

Diversi ex arbitri, tra cui Iturralde González sulla Cadena Ser, hanno sostenuto che l’espulsione di Lenglet fosse giustificata poiché avrebbe afferrato il braccio del rivale in un’azione potenzialmente pericolosa. Il malcontento dell’Atlético deriva dal trattamento a due pesi e due misure, che erode progressivamente la forza della squadra. Il dato statistico parla chiaro: l’Atlético ha ricevuto tre cartellini gialli con sole dieci infrazioni, a differenza del Celta, che ha subito un’unica ammonizione per sette falli. Questi numeri evidenziano una disparità, e non si può dire che manchino episodi di evidente scorrettezza, come il colpo inflitto a Nico González o il fallo su Koke Resurrección, che sono rimasti senza punizione.

Durante la partita, Iturralde ha commentato come le infrazioni di Borja Iglesias, pur non essendo particolarmente gravi, fossero numerose e ripetute, giustificando così la possibilità di una sanzione. Il giocatore galiziano, noto per il suo stile di gioco fisico, è stato coinvolto in numerosi contrasti con Le Normand. Koke Resurrección ha espresso il suo disappunto dopo il match, sottolineando che se un giocatore viene espulso, sarà considerata una giusta decisione, ma ci sono state altre infrazioni non sanzionate che hanno suscitado malcontento. La situazione riguardante le diverse interpretazioni nel giudizio degli arbitri è una questione che infastidisce molto. Durante uno dei derbi controversi recenti, Simeone ha usato l’ironia, domandando se l’arbitro avesse qualcosa contro Morata, insinuando che non fosse giusto trascurare le mancanze a suo favore.

Simeone, allenatore dell’Atlético, ha dovuto trattenere la sua frustrazione dopo il match. Nonostante i molteplici quesiti sull’argomento, ha preferito non entrarci per non incorrere in sanzioni, ma le sue reazioni durante il gioco erano evidenti. Le telecamere di Movistar hanno catturato la sua crescente rabbia quando ha visto la decisione di Soto Grado di espellere Lenglet per un fallo che considerava di poco conto. All’inizio della sequenza, l’allenatore ha avvertito il suo giocatore e, dopo aver osservato il contatto, ha esclamato: “Non è stato niente!”. Dopo l’espulsione, la sua indignazione era palpabile: “Se sta fischiando questa, allora è un carogna!”.

In seguito, Nelson Vivas e Gustavo López intervennero per accompagnare Simeone, che si trovava all’entrata del tunnel in preda alla rabbia, per prevenire ulteriori problemi. Durante la conferenza stampa, il suo atteggiamento era piuttosto secco. “Non ho intenzione di dire nulla, è sempre la stessa storia, i noti criteri”, si limitò a dichiarare. All’Atlético sono già a conoscenza del modo di operare di Soto Grado, coinvolto in diverse controversie con il club. Un episodio risale al 2022, quando ad Anoeta annullò un gol di Álvaro Morata per un presunto tocco di mano di Joao Félix, mentre concesse uno per Sadiq che si era appoggiato con il braccio. Un altro esempio è la semifinale di Coppa del Re del 2023 contro il Real Madrid, in cui non espulse Ceballos per un secondo cartellino giallo, per poi espellere Savic poco dopo.

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