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La Ginga di Pelé, lo stile di gioco della leggenda del calcio

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Dando per assodato il fatto che chiunque stia leggendo queste righe conosca O Rei, andiamo a capire che cos’è la famosa Ginga di Pelé.

Le origini della Ginga

La Ginga è un termine che il calcio ha preso in prestito da un altro sport.

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Infatti, la Ginga non è altro che il passo base della capoeira, un’arte marziale brasiliana che unisce la lotta, il canto, la musica e la danza. Incorpora colpi d’attacco, schivate di difesa ed elementi puramente acrobatici e viene effettuata disegnando un triangolo con le gambe, e le braccia che si muovono a protezione del volto. Tutto ciò si poggia sulla melodia prodotta dal berimbao, uno strumento musicale a corda.

Le origini della disciplina risalgono al periodo di colonizzazione portoghese. Infatti, gli schiavi africani deportati in Brasile, si allenavano e si sfogavano praticando dei combattimenti mascherati da passi di danza, con l’intento di non insospettire i colonizzatori portoghesi. Per capire cos’è la Ginga di Pelé, però possiamo chiedere al diretto interessato.

La Ginga di Pelé

“È il fattore decisivo per giocare a calcio, un atteggiamento in cui il valore prevale sulla tecnica, il piacere del gesto è dominante”.

Così O Rei ha definito la Ginga. Infatti, è impossibile pensare di tradurre il termine. Il ritmo della capoeira contagia il calcio e diventa sempre più influente in Brasile. La Ginga è un atteggiamento, un modo diverso di vivere il calcio come un gioco tra musicalità e danza. Si comincia, infatti, a parlare di Futebol Bailado, quel calcio tipico verdeoro che ha come unico scopo il piacere agli occhi di chi lo guarda.

Questo modo di vivere e di giocare permette al giovanissimo Pelé di trascinare il suo Brasile alla vittoria del campionato mondiale di calcio di Svezia 1958. Il mondiale svedese, infatti, si rende scenario dell’ascesa della Ginga di Pelé. La vittoria della seleçao ha un effetto importante sull’intera nazione che, finalmente, riesce ad accettare la sua multiculturalità – sia nello sport che nelle tradizioni.

Il mondiale di Messico 1970 fa da sfondo alla consacrazione del calcio bailado e della Ginga di Pelé. La nazionale brasiliana, infatti, partecipò al mondiale portandosi in rosa ben quattro fantasisti oltre a O Rei. Il Brasile ’70 sconfisse l’Uruguay in semifinale prima di travolgere per 4 reti a 1 la nostra Italia in finale e conquistare un altro titolo mondiale.

Da detenzione a identità

Sulle ali di O Rei, la Ginga cessa di essere un tentativo di fuggire – almeno mentalmente – alla situazione di prigionia in cui si trovavano gli schiavi durante la colonizzazione. Diventa, infatti, l’identità e l’orgoglio di un Paese intero che si accetta e si valorizza per le ricchezze che ha. Il ritmo della Ginga scorreva nelle vene di Pelé che, non ancora maggiorenne, riuscì a trasmettere al suo Brasile il piacere e la bellezza del calcio giocato e vissuto, e non quello pagato e demonizzato.

Pelé: la nascita della leggenda

La Ginga di Pelé, anche aldilà dei mondiali di calcio, è diventata famosa sia sul grande che sul piccolo schermo. Il termine, infatti, compare nel film Pelé: Birth of a Legend. Una pellicola targata 2016 che racconta la storia del calciatore che ha cambiato il calcio brasiliano e non solo. Un film da guardare sul divano con la famiglia per ammirare l’amore per il calcio che uno dei calciatori più forti di sempre ha trasmesso e trasmette tutt’ora.

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