Jon Martín ha fatto un ritorno segnato da qualche inconveniente, ma ha dimostrato di essere estremamente competente e sicuro di sé

“Il suo match parla da solo. Non è affatto semplice per Jon Martín tornare in campo dopo un infortunio e non aver partecipato dalla sfida contro l’Espanyol ad agosto. Era carico di entusiasmo e tutti noi pensavamo che potesse fare la differenza”, ha dichiarato Sergio in conferenza stampa, visibilmente colpito dalla prestazione di Jon Martín al suo rientro nella formazione titolare, decisiva per la vittoria contro il Sevilla.

Anche se è stato proprio lui, in un episodio sfortunato, a deviare il pallone in occasione del gol del pareggio realizzato da Gudelj. Questo evento ha rappresentato un duro colpo per la squadra, che finalmente era riuscita a portarsi in vantaggio, e ancora di più per lui, assente dal campo dal 24 agosto, quando commise un errore che portò al gol dell’Espanyol, ritrovandosi ora in un’opportunità per riscattarsi.

E lo ha fatto alla grande, nonostante quell’episodio infelice. In una giocata laterale da calcio di punizione, Suazo ha trovato Gudelj al limite dell’area, il quale ha calciato di prima con il sinistro. In mezzo a un gruppo di giocatori, Jon Martín è stato il destinatario del tiro, riuscendo a ingannare Remiro e a entrare nell’azione. Tuttavia, non si è fermato e ha subito alzato la testa, lanciandosi in un contropiede che ha costretto gli avversari a commettere fallo quasi in area.

Occasione sfruttata

L’allenatore irundarra ha scelto il giovane proveniente da Lasarte per rinforzare la difesa, considerando il rendimento sottotono di Caleta-Car e le specifiche caratteristiche dell’attacco del Sevilla, sia nei duelli aerei che nelle ripartenze. E la sua scelta si è rivelata vincente. Sebbene non sia più di un riferimento indicativo, ha ottenuto il punteggio migliore tra i giocatori, a eccezione del protagonista con la doppietta, Oyarzabal, nelle statistiche di rendimento.

Isaac Romero, que no se encuentra, no tuvo ninguna oportunidad ante él, así como quienes intentaron entrar en su área. Tal vez su única falla fue un desliz en la segunda mitad frente a un activo Akor Adams, quien rápidamente corrigió la situación para evitar que el delantero pudiera centrar o disparar. Se colocó en una posición adecuada para despejar, se mantuvo vigilante para ayudar a cortar y controló la posesión con tranquilidad, siendo una presencia renovadora con el balón. Además, se entendió bien con un Zubeldia que, aunque desplazado a la izquierda, se sintió más cómodo.

Realizó 30 pases correctos de 36 (83%), acertando también en un pase largo, con solo ocho balones perdidos, un regate exitoso, cuatro despejes, una recuperación, una entrada efectiva y un tiro que bloqueó. Nadie logró regatearlo y su dominio en los enfrentamientos fue notable; ganó todos los duelos en el suelo y tres de cuatro en el juego aéreo. Un verdadero titán.

Esta es, y seguirá siendo, la temporada del talento mundial cultivado en Zubieta. Con actuaciones como la que presentó, a pesar de su falta de experiencia en competición y la presión de un partido crucial, será complicado justificar su salida del equipo titular, a menos que sus rivales mejoren de manera significativa.

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