Dani Benítez, 38enne, è il protagonista di ‘Informe Plus’, un programma che sotto il titolo ‘Il sogno perduto’ narra la vicenda di un calciatore la cui carriera è stata distrutta dal consumo di cocaina nel 2014. Questa scelta gli ha comportato una squalifica per doping da cui non è mai riuscito a riprendersi a livello sportivo.
All’epoca, giocava in Prima Divisione, nel Granada, ed era considerato un talento promettente. “Un errore mi ha segnato, non saprò mai dove avrei potuto arrivare,” afferma nel documentario. Benítez racconta con chiarezza gli eventi di quel giorno: “Era venerdì sera, ho organizzato una festa a casa e si è protratta.
Il giorno dopo avevo l’allenamento e non so se fossero le 7 o le 8 del mattino, ma ero molto ubriaco. Qualcuno mi ha suggerito di ‘prendere un po’ di coca per svegliarmi e andare all’allenamento’. Ho seguito il consiglio e quella è stata la decisione più sbagliata della mia vita, che mi porterò sempre dietro.
Non avevo mai usato droghe prima. Mi sono trovato in compagnia di persone sbagliate.” Dopo l’accaduto, nonostante un infortunio, ha preso parte a un incontro contro il Betis e al termine ha dichiarato: “Sono andato nel corridoio degli spogliatoi. È arrivato il dottore e mi ha detto: ‘hai un controllo antidoping’. Ho immediatamente pensato a quanto successo il sabato mattina, l’ho confessato e lui mi ha detto di ‘pregare il più possibile’. Ho effettuato il test e me ne sono andato.” La squalifica ha solo peggiorato la sua esistenza. È tornato a Mallorca, sua città natale. “Stavo a casa e non avevo voglia di uscire. Ho iniziato a ricadere, a flirtare con tutto: droghe, alcol e a uscire continuamente. Qualsiasi cosa toccassi la rovinavo. Avevo dei bambini e non ero presente per loro. Sono stato così per circa sette mesi, mesi in cui ho pensato al suicidio ogni giorno.”
Ci fu un punto cruciale nella sua carriera: ‘Devo allontanarmi oppure trasformarmi completamente’. Optò per la seconda opzione, e fortunatamente riuscì a tornare nel mondo del calcio, anche se non riuscì a riprendere il livello che aveva in precedenza. Le sue esperienze più significative furono con l’Alcorcón, il Racing de Ferrol e l’AEl Limassol. Ha anche militato nel Poblense, nella squadra andorrana del Sant Julià, nell’Arenas de Armilla e nell’Huétor Tajar. Oggi racconta la sua storia come monito di ciò che è da evitare.

