Jan Oblak, il portiere con il maggior numero di presenze nella storia dell’Atlético de Madrid, farà ritorno ad Anfield questo mercoledì. Questo stadio rappresenta il palcoscenico di una delle sue più grandi imprese, avvenuta durante i 499 incontri disputati con la squadra.
Si tratta della memorabile prestazione del 11 marzo 2020, quando Oblak compì undici interventi decisivi che impedirono al suo team di soccombere, portandoli poi alla vittoria grazie a un gol nei tempi supplementari.
Dal suo esordio il 16 settembre 2014, in cui l’Atlético fu sconfitto 3-2 dall’Olympiacos allo stadio Georgios Karaiskakis, ha affrontato varie sfide, ma nessuna così intensa e ripetuta come quella contro i ‘red’ in quella storica notte.
In quella partita di ritorno degli ottavi di finale di Champions League, dove l’Atletico aveva già trionfato 1-0 all’andata al Metropolitano, Oblak si distinse per le sue parate: undici su tredici tiri in porta lasciati da un attacco temibile composto da Mohamed Salah, Roberto Firmino e Sadio Mané.
Attualmente, l’unico della formazione offensiva di quel tempo rimasto è proprio Salah, mentre altri giocatori come Virgil Van Dijk, Andy Robertson e Joe Gómez, tutti titolari in quella partita e parte dell’attuale Liverpool, sono ancora in cerca di successo. Nonostante siano passati cinque anni, nell’Atlético sono rimasti in squadra Koke Resurrección, capitano e figura chiave nel sistema di Diego Simeone, insieme a Marcos Llorente, che contribuì con due gol per raggiungere la qualificazione nei supplementari, e José María Giménez, oltre a Oblak stesso.
Durante una partita memorabile ad Anfield, solo Georgino Wijnaldum, con un colpo di testa prima dell’intervallo, e Roberto Firmino, all’inizio del tempo supplementare con un tiro a segno dopo aver colpito il palo, sono riusciti a segnare. La prestazione del portiere è stata eccezionale, dimostrando una posizione impeccabile e riflessi straordinari. Trent Alexander-Arnold, Sadio Mané, Mohamed Salah e Andy Robertson hanno lavorato duramente per difendere il proprio territorio contro un attacco incessante, con due tiri che hanno colpito i pali. Quel giorno, il Liverpool ha registrato un totale di 35 tentativi in porta, un record da quando Jan Oblak è arrivato all’Atlético.
In altre occasioni, come nelle semifinali di Champions League contro il Bayern Monaco il 3 maggio 2016, Oblak ha messo in mostra la sua abilità. In quell’incontro, i tedeschi hanno effettuato 34 tentativi, ma il portiere sloveno ha parato ben dieci tiri, inclusa una penalty contro Thomas Müller, contribuendo così alla qualificazione dell’Atlético alla finale, che è stata resa possibile anche grazie all’intesa tra Fernando Torres e Antoine Griezmann per il gol decisivo. Anche durante la vittoria contro il Paris Saint-Germain lo scorso anno al Parco dei Principi (1-2), Oblak ha giocato un ruolo cruciale, respingendo i tentativi di Achraf Hakimi, Marquinhos, Joao Neves, Kang in Lee e Bradley Barcola, mentre Warren Zaire-Emery ha trovato la rete. Alla fine, le sue otto parate fondamentali hanno consentito ad Ángel Correa di siglare il gol vittoria nell’ultima azione del match.
I tre si riferiscono alla Champions League, in cui Oblak ha partecipato a 94 incontri con l’Atlético, subendo 96 reti e mantenendo la porta inviolata in 37 occasioni. Tuttavia, è riuscito a non prendere gol solo in quattro delle ultime venti partite e in dieci su quarantanove sfide totali disputate dal portiere sloveno in questo torneo da quel memorabile match ad Anfield. Mercoledì, raggiungerà quota 500 presenze con la squadra col rosso e bianco.