Il presidente di LaLiga, Javier Tebas, ha espresso oggi il suo apprezzamento per la “buona fede” del commissario europeo per lo sport, Glenn Micallef, ma ha anche sottolineato che la sua valutazione sul calcio risulta eccessivamente ottimista. “Non metto in discussione la buona intenzione del commissario, ma è più ingenuo dei miei figli adolescenti”, ha dichiarato Tebas durante l’incontro annuale della Union of European Clubs (UEC), fondata nel 2023 per tutelare i diritti delle squadre minori e medie.
Poco prima, nel medesimo contesto, il commissario maltese, di 36 anni, aveva sostenuto in termini generali le posizioni della UEC, senza però proporre misure specifiche riguardo alla governance del calcio europeo, gestita dalla UEFA. “Parla della minaccia della Superlega, che continua a sussistere”, ha aggiunto Tebas commentando le affermazioni del commissario, sottolineando che “l’UE non può occuparsi esclusivamente del calcio, ma può regolamentare lo sport in generale”.
“È curioso che il secondo sport in Europa, il basket, stia avviando una Superlega simile a quella del 2021 che ha minacciato il calcio europeo”, ha proseguito il presidente di LaLiga, criticando l’iniziativa della NBA di organizzare una competizione in Europa con “12 squadre fisse e 4 promosse dalle leghe nazionali”.
Tebas ha affermato che gli stessi promotori di questa competizione di basket sono coloro che guidano la Superlega di calcio, e questo contrasta con il modello sportivo europeo. Ha rimproverato al commissario di non aver affrontato questa tematica sui social media, dove invece ha criticato “LaLiga per un’iniziativa negli Stati Uniti che non aveva grande rilevanza”.
Il dirigente spagnolo ha commentato la posizione del commissario riguardo al match Villarreal-Barça che LaLiga intendeva organizzare a Miami, un evento che ha suscitato una “discussione divertente” nei media e sui social, come lo stesso Tebas ha definito. Questo martedì, il presidente della Liga ha rimproverato al commissario di non essere sufficientemente incisivo nel riformare il sistema di governance del calcio, avvertendo che il “calcio reale” corre il rischio di estinguersi. Tebas ha espresso gratitudine alla Unione dei Club Europei per il loro impegno nel mantenere “viva quella fiamma o quella brace necessaria per la sopravvivenza del calcio di club”. Ha anche segnalato le “distorsioni” che colpiscono le leghe nazionali a causa dell’aumento di competizioni europee, le quali generano entrate maggiori per i club di élite, affermando che si tratta di una “storia” già vissuta. Nel 2016, in occasione di una riforma della Champions League, Tebas avvisava di essere “all’inizio di un suicidio collettivo” e ora sostiene che “siamo quasi alla fine” di questo percorso se non si interviene sulla distribuzione dei diritti audiovisivi, si conferisce maggiore potere ai club più piccoli o si forniscono compensazioni per la formazione dei calciatori. Ha inoltre espresso preoccupazione chiedendosi “quanto tempo ci resta prima di giungere alla conclusione della storia? Non crediate che molto. Siamo già nella parte finale. Non possiamo aspettare un intervento della Commissione Europea. Che sia così! Ma iniziamo a notare delle incertezze”, ha aggiunto. Il dirigente spagnolo ha avvertito di non nutrire illusioni riguardo a un eventuale accordo con la UEFA. “La UEFA non negozia, non aspettatevi di sedervi al tavolo. Non si siederanno, l’abbiamo visto nel corso degli anni. Non cambieranno, né UEFA né FIFA. O facciamo chiarezza o arriveremo alla conclusione della storia prima del previsto”, ha concluso.
Tebas ha sottolineato l’importanza di esercitare una forte pressione per gli interessi della UEC, poiché “tutto ciò che osserveremo in questo finale sarà sempre più complicato da modificare”.

