Controversie sul futuro dello stadio Giuseppe Meazza a Milano

Il Comitato Sì Meazza denuncia anomalie nella gestione della vendita dello stadio

Scadenza del bando e mancanza di offerte alternative

Il 1° maggio ha segnato la scadenza del termine per presentare proposte alternative all’acquisto dello stadio Giuseppe Meazza da parte delle società Inter e Milan. Nonostante le aspettative, il bando è scaduto senza che alcuna offerta alternativa fosse presentata.

Questa situazione ha sollevato interrogativi sulla gestione dell’amministrazione comunale di Milano, come evidenziato dall’esposto presentato dal Comitato Sì Meazza alla Corte dei Conti il 2 maggio.

Preoccupazioni per danni erariali

Secondo il Comitato, la questione potrebbe comportare un grave danno erariale, con potenziali conseguenze negative per le finanze pubbliche.

Il vincolo che tutelerà lo stadio Meazza entrerà in vigore a gennaio 2025, rendendo impossibile la demolizione dell’impianto. Le affermazioni del Comitato suggeriscono che l’operato degli amministratori comunali, in collaborazione con i rappresentanti delle società private, potrebbe già aver causato danni significativi, e che la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente con il proseguire delle operazioni.

Modalità di cessione e anomalie nella procedura

Il Comitato Sì Meazza ha espresso forti perplessità riguardo alle modalità di cessione degli spazi. Secondo loro, la procedura di vendita è stata condotta in modo anomalo, con il sindaco di Milano che ha preso un ruolo predominante nelle trattative con le controparti private. Questa situazione, secondo il Comitato, altera l’ordine giuridico previsto dalla legge, sottraendo competenze ai dirigenti e funzionari comunali, i quali dovrebbero gestire tali attività. Inoltre, si sottolinea che il Consiglio comunale non ha mai deliberato ufficialmente sulla vendita dello stadio o delle aree circostanti, sollevando ulteriori dubbi sulla legittimità dell’intera operazione.

Simeone ha dichiarato: “Sembrano incontri semplici, ma non lo sono affatto; non siamo riusciti a esprimere la nostra autorità”

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