Sergio scuote l’albero della Real per raccogliere frutti: finora ha ottenuto quattro ‘onces’ e 19 titolari

La Real Sociedad non è ancora riuscita a decollare nella nuova stagione. Con soli due punti guadagnati su dodici disponibili, il bottino è limitato per un avvio di campionato che rivestiva grande importanza nel contesto di un cambiamento. I risultati scarseggiano, ma non si può dire che il tecnico Sergio Francisco non abbia tentato di apportare modifiche.

L’allenatore di Irun ha cercato di trovare la giusta formula per ogni partita, cercando di ottimizzare le risorse a sua disposizione. Finora ha dimostrato di voler sfruttare al meglio la vasta rosa fornita dalla dirigenza. Non ha mai schierato la stessa formazione iniziale, impiegando ben 23 calciatori, mentre rimangono a secco solo Yangel, Marrero e due giocatori scartati.

Bretos ha commentato il mercato affermando: “Sono molto soddisfatto della squadra che abbiamo assemblato. Presenta una notevole varietà di profili, sia dal punto di vista del gioco che dell’età. Abbiamo soddisfatto tutte le necessità. Sono contento della rosa; ci sono molti atleti validi che potranno competere ogni settimana e sono certo che l’allenatore saprà sfruttarli”, aggiungendo che il numero elevato di giocatori non costituiva un problema, ma piuttosto una chance. Fino ad ora, Sergio ha concesso spazio a diversi calciatori mentre cerca di trovare il suo undici ideale. Nelle prime quattro giornate, ben 19 giocatori hanno indossato la maglia da titolare. Solo Soler, appena arrivato, Zakharyan, da poco recuperato, Karrikaburu e il trasferito Urko non hanno yet trovato spazio tra i titolari, pur avendo giocato.

Il modulo utilizzato si è avvicinato di più a un 4-2-3-1 rispetto al 4-3-3 della scorsa stagione, eccetto forse nel match contro il Madrid, quando Goti e Marín hanno agito come supporto per Gorrotxa. L’incarico di ‘trequartista’ è stato ricoperto da diversi giocatori, alternando Brais, Goti, Sucic e Oyarzabal, dimostrando che in quell’area ci sono molte opzioni.

Marín è uno dei cinque giocatori che hanno sempre rivestito un ruolo da titolare, insieme a figure fondamentali come Remiro, Zubeldia e Oyarzabal, e alla giovane promessa della stagione, Barrenetxea. La situazione è molto variabile al di fuori di questi giocatori. Si può interpretare come una ricerca di un assetto ideale da parte di Marín o come una fiducia totale nei suoi effettivi, oppure come un’apertura a nuove opportunità. Questo è stato evidente nel caso di Kubo e Aramburu, che, dopo gli impegni con la nazionale, hanno iniziato in panchina, lasciando spazio a Guedes e Aritz dal primo minuto.

Analizzando il minutaggio, emergono differenze significative: solo i cinque citati e Aramburu hanno superato i 300 minuti su 360 totali, mentre Kubo e Caleta-Car si attestano attorno ai 250 minuti. Al di sotto di questa soglia ci sono sette giocatori della rosa attuale con meno di 100 minuti. La sperimentazione deve proseguire, dato che le vittorie stentano ad arrivare e l’inizio della partita di sabato è stato decisamente sotto tono. A Sevilla, probabilmente, si assisterà a una nuova formazione, con l’eventuale inserimento di Soler o altre variazioni.

Inoltre, manca ancora Yangel, il tassello che Sergio ritiene essenziale. Non tutto si gioca sulle scelte iniziali; Sergio sta dimostrando di non temere cambiamenti tempestivi per cercare freschezza o diverse caratteristiche. Ha sfruttato il numero massimo di sostituzioni, inclusa la sesta a Oviedo per un colpo subito da Aihen, senza effettuare ulteriori modifiche oltre l’80’, e in tre delle quattro partite il primo cambio è avvenuto prima del 60′, talvolta anche con un cambio doppio. Sergio si concentra meno sulle gerarchie e più sui profili necessari. Se mancava un attaccante, entrava Óskarsson e, in sua assenza, Karrikaburu era chiamato in campo. Stessa cosa vale per il centrocampo, la difesa e le fasce, tutto questo avviene in un contesto di costante inseguimento nel punteggio.

Resta da osservare come si comporterà quando il risultato sarà positivo. Per ora, deve continuare a scuotere l’albero per vedere se riesce a raccogliere qualche frutto.

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