Jon Uriarte e Mikel González hanno tenuto ieri una conferenza speciale al San Mamés, dove hanno affrontato diverse tematiche riguardanti il club. Hanno avuto un colloquio di 93 minuti con i media, durante il quale hanno delineato gli obiettivi per le squadre maschile e femminile, riassunto le recenti attività di mercato e discusso le questioni attuali riguardanti l’Athletic.
Uno dei temi principali è stato il ‘caso Laporte’, di cui il presidente ha parlato per circa 20 minuti, raccontando quanto accaduto a partire da maggio e rispondendo alle domande della stampa.
Uriarte ha presentato una cronologia degli eventi, cercando di offrire una visione più chiara della situazione in modo che i tifosi potessero comprendere le dinamiche gestionali.
Ha ammesso di aver affrontato momenti difficili, ma con esito positivo e il ritorno di Laporte. Il presidente ha sottolineato l’importanza di questa sequenza di eventi per comprendere le modalità di presa di decisione, evidenziando che, sebbene ci siano stati risultati corretti in seguito, le informazioni iniziali non erano complete.
In connessione con questa situazione, è emersa la questione della difesa centrale. Il 15 maggio è stata presa la prima decisione: “Non rinnoviamo il contratto con Egiluz” e si è valutata la possibilità di esplorare il mercato per due potenziali alternative: Laporte o Unai Núñez. Il club ha appreso del positivo di Yeray il 23 maggio, ma con molte incertezze sul futuro: “Non sai cosa potrebbe accadere, se tutto si risolverà in un giorno, un mese, dieci mesi o addirittura quattro anni”, ha spiegato Uriarte. A quel punto, l’Athletic ha deciso di tornare sui propri passi, ha contattato Egiluz e hanno firmato un nuovo contratto.
La situazione riguardava Laporte o Núñez. Perché non entrambi? Il presidente spiegò: “Non era la scelta giusta. In quel periodo avevamo già tre difensori centrali (Vivian, Paredes ed Egiluz), e con Yeray incerto per un bel po’, eravamo in cerca di un quinto centrale; quindi non aveva senso firmare due giocatori. Siamo l’Athletic, facciamo molte cose particolari di Bilbao, ma questo sarebbe stato molto irresponsabile, considerando che ci saremmo trovati con sei difensori centrali e le trattative sia per Núñez che per Laporte richiedevano un investimento importante”.
Il 30 luglio, Egiluz riportò un infortunio serio e in quel momento “le opzioni disponibili sul mercato erano notevolmente diminuite”. Núñez si trovava già in Italia. “Si decise di puntare sulla formazione giovanile, riponendo piena fiducia nel talento del Bilbao Athletic, e c’erano diversi giocatori; non si puntava tutto su un’unica possibilità”. Durante i mesi di luglio e agosto, si svolsero negoziazioni tra Athletic, Laporte e Al-Nassr: “Non eravamo inattivi, non abbiamo lasciato tutto per l’ultimo minuto”. In quel periodo ci fu “una vera e propria rivoluzione” nell’entità saudita, e tutti gli interlocutori con cui si era in contatto iniziarono a lasciare.
“La posizione del club non fu mai passiva, anzi, si propose anche un aumento dell’offerta per cercare di accelerare la trattativa e grazie a questa azione si è riusciti a concludere”, spiegò Uriarte. Arrivò così il 1° settembre, l’ultimo giorno disponibile per le trattative: “Non è stata una questione di trascuratezza o perché eravamo in spiaggia a prendere il sole, ma a volte la vita è così e ci sono operazioni che si prolungano”. Fu una giornata frenetica. Il presidente illustrò dettagliatamente come si svolse il minuto e il risultato di quella giornata “di massima tensione”. Molti documenti, conversazioni, modifiche contrattuali… e alla fine si raggiunse un accordo. Tuttavia, l’Al-Nassr non confermò il trasferimento nel TMS (Sistema di Trasferimento) fino a dopo mezzanotte.
La FIFA inicialmente rechazó el movimiento, pero tras recibir las alegaciones, aprobó el caso el 11 de septiembre. Uriarte explicó que “el Athletic ha cumplido con todas sus responsabilidades dentro de los plazos establecidos, entregando en el TMS todos los documentos y la información requerida. Sin embargo, el club de origen no los presentó a tiempo”. Además, Ibaigane aportó “información adicional a FIFA demostrando que todos los papeles estaban firmados y cargados en el sistema antes de que se cerrara el mercado por las partes involucradas”. Después de realizar una auditoría, la FIFA otorgó su aprobación. Uriarte subrayó que “FIFA es muy rigurosa con su normativa y los errores tienen consecuencias. El Athletic actuó con cuidado y puede probarlo. No hay excepciones en FIFA, y si hemos logrado el CTI es porque hemos hecho las cosas bien y se ha podido verificar”.
En retrospectiva… ¿habría podido el Athletic manejar la situación de otra manera? Uriarte destacó que siempre son “muy autocríticos” respecto a sus acciones, independientemente del resultado, ya que siempre hay espacio para mejorar. El presidente se siente satisfecho con el trabajo de su equipo. “A la vista de lo sucedido, hemos hallado difícil identificar mejores maneras de gestionar esta situación para obtener un resultado más positivo. Una opción sería simplemente ofrecer 500 millones, pero eso sería muy irresponsable”.
Secondo il suo parere, analizzando il percorso decisionale, ritiene che abbiano preso “le giuste decisioni in ogni fase”. “L’organizzazione ha operato con grande professionalità e serietà, anche nei momenti più difficili, che sono stati quelli del 1 settembre. È stata svolta un’ottima opera di documentazione su tutte le azioni intraprese attraverso modalità alternative rispetto ai processi consueti, e questo dimostra chiaramente la competenza delle persone all’interno del club nel lavorare sotto stress e affrontare situazioni inaspettate”, ha concluso Uriarte.