Un tantino più spaventato rispetto a ieri

Mercoledì scorso avevamo iniziato questo blocco con un titolo piuttosto allarmante (“Panic in the first act”), utilizzato come strategia per attirare l’attenzione del lettore, ben consapevoli dell’eccesso di tale esca. A una settimana di distanza, ho qualche riserva sull’opportunità di quel titolo.

Dopo averlo scritto, ho riflettuto: hai contribuito a generare un’ansia che, forse, era ingiustificata. Ora, seduto sul portico di casa e osservando la vita che scorre, noto che quella tensione che precede la paura si è radicata tra le persone della Real.

L’incontro a La Cartuja ha piantato un germe di sfiducia, incertezza e apprensione. Il team di Sergio Francisco, che per un breve periodo è parso pronto a reagire, ha invece subito un crollo totale, nonostante i tentativi correttivi del mister non abbiano portato alcun risultato.

I dati sono chiari e, ovviamente, l’inizio di stagione non è affatto promettente. Se paragoniamo la situazione attuale con quella di anni precedenti, la verità è inesorabile: la squadra si trova in zona retrocessione. Riaffermo un concetto già menzionato in precedenza: i punti persi non si recuperano mai; potrai conquistarne di nuovi, ma quei punti ti mancheranno sempre.

Non nascondo di aver iniziato la stagione con una certa dose di scetticismo e incertezza, sentimenti che, anziché diminuire, sono aumentati nel corso delle partite. Non voglio affermare che manchi fiducia nei dirigenti di questo nuovo progetto, ma c’è qualcosa che non sembra convincere del tutto. Sono passate solo cinque giornate e già si sono sollevate delle critiche da parte di alcuni membri del team, figure autorevoli che hanno notato delle mancanze preoccupanti, un segnale mai positivo. Se gli stessi giocatori, i quali hanno il compito di far funzionare tutto, iniziano a nutrire dei dubbi, siamo vicini a un possibile fallimento. Anche se sono trascorsi soltanto cinque turni, la situazione non è affatto promettente.

L’inizio di stagione poco fortunato per la squadra guidata da Sergio Francisco ha sollevato prematuramente preoccupazioni e richiama alla mente situazioni passate. In questi giorni ho fatto riferimento a Asier Garitano. È vero che il suo approdo alla Real si è verificato in circostanze diverse rispetto a quelle di Sergio, poiché il tecnico di Bergara aveva già un’esperienza significativa nel calcio di alta competizione, avendo ottenuto buoni risultati con il Leganés. Tuttavia, la sua permanenza sulla panchina txuri urdin è stata messa in discussione fin dall’inizio da alcune frange. La Real proveniva da un periodo sotto la direzione di Eusebio Sacristán, che ha avuto momenti di grande successo, e aveva anche disputato competizioni europee, sebbene l’ultima stagione di Eusebio fosse stata conclusa da Imanol. Garitano era partito in modo ancor più promettente di Sergio Francisco, collezionando 7 punti nelle prime cinque partite; tuttavia, da quel momento fino all’esonero dopo la giornata 17, avrebbe ottenuto solo tre vittorie in totale. Sergio ha preso in mano la squadra dopo il ciclo vincente di Imanol, con l’intento di mantenere i livelli raggiunti. Questo avvio si sta rivelando complicato e, senza un motivo preciso, ho pensato ad Asier Garitano.

Nella scorsa stagione, Mallorca e Real Sociedad si sono affrontati due volte, con un esito negativo per la squadra allora guidata da Imanol, che ha subito due sconfitte. Sulla panchina avversaria si trovava un volto noto per i tifosi txuri urdin, Jagoba Arrasate, che è riuscito a fermare una Real che ha offerto due delle sue performance meno convincenti dell’intero anno. Oggi, in una situazione critica per entrambe le squadre, si trovano nuovamente faccia a faccia.

Raramente se puede conceder un título de propiedad con tanta legitimidad como en el caso del Barcelona, que se medirá ante la Real Sociedad el domingo próximo. Si existe un conjunto que se pueda considerar “de autor” en esta Liga, ese es el Barcelona dirigido por Hansi Flick. El entrenador, originario de Heidelberg, llegó de forma silenciosa y ha logrado, en pocos meses, formar un equipo que inspira tanto respeto como asombro. Este será el rival siguiente de la Real.

Puado continua a essere considerato il “genero ideale” e il simbolo di Cornellà-El Prat

Valverde ha cercato di scuotere la squadra apportando quattro modifiche durante l’intervallo