A poche ore dall’inizio della partita, senza aver ottenuto risultati significativi per le loro richieste, i tifosi hanno cambiato strategia, spinti dalla preoccupazione di un possibile cambio nel sistema di tifo, che potrebbe relegarli a una posizione marginale in futuro.
Senza l’ausilio di strumenti musicali o microfoni, nonostante continuassero a sentirsi cori inappropriati, la squadra ha ricevuto dal pubblico il supporto di cui aveva bisogno e che meritava. Creare un’atmosfera simile in futuro non è così complicato, se si riesce a mettere da parte gli interessi personali o l’arroganza, privilegiando il bene comune e il rispetto per l’Athletic Club.
È importante lasciare fuori da San Mamés tutto ciò che non ha a che fare con una sana tifoseria, come politica, insulti e richieste imprudenti, se l’obiettivo è quello di sostenere ciò che ci unisce: l’Athletic. Ognuno ha le proprie idee e la propria visione della vita, ma cercare di imporre un pensiero attraverso cori inadeguati, non legati esclusivamente alla partita e alla squadra, non porta a nulla di positivo. Chi ha scelto di animare un settore dello stadio, approfittando della situazione, dovrebbe farlo senza offendere o provocare danni d’immagine e multe al club, evitando di impaurire coloro che desiderano esprimere il proprio supporto. Non hanno bisogno del loro consenso per farlo, così come chiunque altro. Per quanto riguarda la dirigenza, è fondamentale che intervenga per affrontare un problema che potrebbe portare a divisioni e conflitti tra noi, cercando intese ma chiarendo da che parte si schiera la maggioranza dei soci, mettendo chiaramente al primo posto l’interesse dell’Athletic Club, cosa che talvolta non appare evidente nel comportamento di alcuni. Potrebbe essere utile avviare un dibattito su come vogliamo sviluppare nel medio e lungo termine il settore dedicato al tifo.
In un club in cui è possibile rivedere le regole o decidere se sia necessario escludere un certo numero di soci per formare una “Grada di Animazione” più dinamica, è fondamentale avere la possibilità di esaminare e modificare un modello che presenta sia aspetti positivi che negativi, specialmente dopo aver constatato nel tempo che ci sono margini di miglioramento. È probabile che molte persone lo pensino e, almeno, sia più sensato che i partecipanti abbiano un profilo simile a quello attualmente richiesto per il Gazte Abono, che ha limiti di età. La Grada di Animazione dovrebbe rappresentare un’opportunità per i giovani che, una volta raggiunta una certa età, aspirano a diventare soci in altre aree, piuttosto che un rifugio per i più anziani, la cui posizione e costo dovrebbero essere differenti. Questo è solo un punto di vista che vuole stimolare una discussione approfondita su cosa desideriamo da questa struttura, considerando i 43.000 soci coinvolti. È essenziale che il dibattito e le decisioni sui cambiamenti siano aperti a tutti, e non solo a coloro che si trovano fisicamente nella Grada, proprio come avvenne quando si decise di riorganizzare il posizionamento di chi vi occupava da anni. In situazioni di questo tipo, si era richiesto di disporre di un referendum e di un voto universale, giusto? Quindi procediamo. Non possiamo continuare su questa strada. Ci sono dei tempi utili fino al prossimo incontro a San Mamés per raggiungere accordi e prendere decisioni a breve termine, così come per avviare progetti e riflessioni a medio e lungo termine. È ampiamente riconosciuto che, per il bene di tutti, in particolare dei giocatori, è necessario un cambiamento. Mettiamo da parte l’egoismo e pensiamo al bene comune, a ciò che ci rende più forti. Il momento di protestare non è quasi mai durante una partita a San Mamés; in quel frangente è importante unirsi e sostenere la squadra. E per soddisfare tali richieste, è fondamentale prima dimostrare un comportamento esemplare che non danneggi il gruppo, sia quello in campo che quello sugli spalti, perché è ora di farlo.
Richiamo all’ordine
È stato solo dopo il recente incontro e il richiamo da parte dei nostri capitani che abbiamo notato, per la prima volta, l’assenza di un gesto di fraternizzazione con la Grada di Animazione al termine della partita. Questo, che appare chiaramente come una punizione in seguito a un evidente disaccordo, dovrebbe portare a considerare come normale il fatto che ogni settore riceva la stessa attenzione e che quel momento venga condiviso in modo rotativo tra tutti i tifosi, non solo con la Tribuna Nord. Fino a questo momento, a parte alcune eccezioni, i giocatori hanno omesso il rituale del saluto verso il resto delle gradinate. L’idea di rendere il saluto rotativo, dunque, merita di essere presa in considerazione. Se tutto procede come previsto, nei prossimi giorni.