Il notevole trionfo del Elche nel panorama sportivo ha un volto ben definito per i tifosi, quello del mister Eder Sarabia, il quale ha guidato la squadra verso la Primera División con un gioco accattivante e ben riconoscibile, sostenuto da una comunicazione chiara che ha saputo convincere sin dal suo arrivo, sia dentro che fuori dal club.
Sarabia è approdato al Elche la scorsa estate dopo una stagione difficile in Andorra, la squadra che era riuscito a portare nel calcio professionistico, ma dalla quale ha dovuto distaccarsi a causa di risultati deludenti. Sebbene il suo contratto sia valido solo per un anno, sembra probabile che rimarrà a lungo.
Durante le celebrazioni per la promozione, è stato lui il più celebrato dai tifosi, che hanno richiesto insistentemente un’estensione del contratto, la quale dovrebbe essere formalizzata a breve.
Quando il club ha avviato la ricerca di un nuovo allenatore un anno fa, stava cercando un profilo simile a quello di Sebastián Beccacece, allenatore con cui avevano lavorato per un anno e mezzo e la cui filosofia calcistica corrispondeva alle aspettative del proprietario argentino, Christian Bragarnik. Tuttavia, conflitti interni con parte dello staff medico e tensioni esterne con i media avevano compromesso la figura di Beccacece, il quale ha poi lasciato la panchina ed è attualmente alla guida della nazionale ecuadoregna. Bragarnik ha visto in Sarabia la prima scelta, desideroso di dare al suo team uno stile di gioco attraente, fondato sul possesso palla e sull’iniziativa. Le prime settimane per Sarabia non sono state semplici, in quanto la collaborazione con Chema Aragón, il direttore sportivo dell’epoca, non è stata ideale. I ritardi nelle trattative e alcune divergenze con l’allenatore e il presidente del club hanno portato al deterioramento dei rapporti, culminando con la partenza di Aragón.
Sarabia ha preso il suo posto nel club e ha deciso di dedicarsi completamente all’Elche, ben consapevole delle particolarità di una struttura in cui il principale azionista, attore nel campo dei trasferimenti, ha voce in capitolo sulle nuove acquisizioni. Innamorato della tradizione dell’Elche, ha subito conquistato i tifosi con un messaggio genuino e ambizioso, adattandosi rapidamente alle abitudini e alle usanze del suo nuovo ambiente. Dopo un avvio promettente nella preparazione, una pesante sconfitta per 0-6 contro il Castellón prima dell’inizio del campionato ha sollevato preoccupazioni, che si sono confermate pochi giorni dopo con la sconfitta all’esordio in Liga (0-1) contro l’Huesca. Ci sono voluti tre incontri perché l’Elche iniziasse a guadagnare punti, toccando il fondo nella quarta giornata con la debacle contro il Zaragoza (3-0). In quel frangente, Sarabia ha commentato: “Questa partita deve insegnarci cosa non vogliamo diventare”. Nonostante il piano di gioco predisposto, i calciatori faticavano a metterlo in pratica, innervosendo il pubblico. Gradualmente, però, l’Elche ha iniziato a interiorizzare le strategie, accumulando punti e dissipando i dubbi in campo, mentre in conferenza stampa Sarabia si mostrava sempre naturale e a proprio agio nel trattare di calcio e altri argomenti. Durante le sue apparizioni, ha frequentemente menzionato i propri interessi, raccontato episodi vissuti al fianco di Quique Setién, condiviso esperienze familiari, specialmente legate a suo padre, l’ex calciatore Manolo Sarabia, e parlato anche della gestione della dena. Inoltre, è riuscito a stabilire un contatto con i tifosi più giovani attraverso i social media. Mentre l’Elche risaliva la classifica grazie a un gioco incisivo, specialmente nelle partite casalinghe, il tecnico si godeva nel tempo libero le sue uscite in bicicletta, la sua seconda grande passione oltre al calcio.
Il tecnico ha lavorato a stretto contatto con il suo staff, ai quali attribuisce gran parte del merito per i traguardi raggiunti. Ha messo in atto strategie “acrobatiche” per ottimizzare il minutaggio dei giocatori, sfruttando la corsa della squadra nella Coppa del Re, per tenere tutti attivi e motivati fino alla conclusione della stagione, in cui il contributo dalla panchina è stato fondamentale. Ogni formazione dell’Elche durante l’anno ha incluso sorprese mirate a riconoscere l’impegno di coloro che hanno giocato meno, mantenendo così alta la competitività del gruppo. Con il progredire del campionato, Sarabia ha assunto il ruolo di portavoce della squadra e animatore del pubblico, guidando i festeggiamenti dopo ogni successo. “Non ci anticipiamo a celebrare una promozione; festeggiamo semplicemente le vittorie, perché in questa categoria vincere non è mai scontato e dobbiamo goderci il percorso”, ha dichiarato il mister rispondendo alle critiche per l’entusiasmo mostrato. Il tecnico ha vissuto momenti memorabili, come durante le accoglienze notturne da parte dei tifosi dopo le conquiste esterne a Córdoba, Cádiz e Burgos, avvicinandosi così alla massima serie. Nei momenti più difficili, segnati da due sconfitte consecutive che complicavano le possibilità di promozione, ha alzato la voce contro le decisioni arbitrali, mantenendo però la calma sul campo. “Se vinciamo le ultime due partite, riusciremo a salire”, ha affermato dopo una sconfitta controversa a Huesca. E così è stato: l’Elche ha tagliato il traguardo con un trionfo netto a Riazor, attestando la propria filosofia sportiva con un risultato di 0-4. Finalmente, Sarabia ha potuto celebrare senza riserve l’inizio di una nuova fase della sua carriera e il successo indiscutibile della sua strategia.