Come allenatore, mi ispiro a Luis Enrique

Javi González ha sempre mostrato un forte legame con i colori rojiblancos, nonostante nel corso della sua carriera calcistica abbia indossato anche le maglie di squadre come Alavés, Sestao, Celta, Hércules e Portugalete. Nell’intervista con MD, l’attuale allenatore ricorda vari aspetti e nomi della sua esperienza come calciatore dell’Athletic e di altri club.

Riferendosi ai tecnici che ha avuto nell’Athletic, ricorda che fu Luis Fernández a ingaggiarlo, seguito da Rojo, la cui permanenza però fu breve, lasciando un’impressione positiva poiché Txetxu era un grande allenatore, con un amore sincero per il club.

Durante il suo mandato, ci furono anche le elezioni presidenziali che influenzarono la situazione. Valverde, attuale mister della squadra, all’epoca era il vice di Rojo, e Javi tiene buoni ricordi di quel periodo. Parlando di Heynckes, conferma di aver lavorato anche con lui, e successivamente con Ernesto come primo allenatore, seguito da Mendilibar e Clemente, e in seguito Félix Sarriugarte, che a sua volta fu sostituito da Mané. Riporta di essere stato in prestito per metà stagione in un club israeliano, ma ha lasciato l’Athletic quando Caparrós è subentrato. A questo punto, ha vissuto il noto ‘bienio negro’, due annate in cui l’Athletic si trovò vicino alla retrocessione. Ricorda quei momenti come un periodo di grande ansia, affermando che la squadra non è mai scesa in seconda divisione e nemmeno voleva pensarlo. Le settimane parevano infinite, aggravate da una pressione che non desidererebbe per nessuno, tanto meno per gli atleti dell’Athletic. Tuttavia, da quei momenti difficili sono emerse anche lezioni e aspetti positivi. Infine, parlando del suo stile da allenatore, si identifica con l’approccio di Luis Enrique, affermando di essere diretto e sincero con i suoi giocatori.

Mi sento parte del gruppo e sono sempre presente, e penso che i giocatori lo apprezzino molto. Mi riconosco in Luis Enrique. Se avesse a disposizione una somma illimitata per ingaggiare chiunque desideri rafforzare la sua squadra, chi avrebbe scelto? Rodri, senza dubbio. È evidente l’impatto che la sua assenza ha avuto sul Manchester City da quando è infortunato. E per quanto riguarda i suoi ex compagni da calciatore, chi selezionerebbe? Dal Celta, sceglierei Revivo, che era straordinario, oltre a Mostovoi e Mazinho… Quest’ultimo si allenava intensamente a Vigo, pur essendo campione del mondo. Un vero esempio. E per quanto concerne l’Athletic? Sceglierei Rafa Alkorta dall’Athletic. Quando tornò a Lezama dal Real Madrid, ne fu colpito. Una difesa incredibile, con classe, carisma e leadership. Solo Alkorta? No, ce ne sono altri. Ad esempio, Julen Guerrero. Aveva grandi qualità, era un centrocampista completo e segnava spesso. Julen era fantastico! Anche Joseba Etxeberria meritava attenzione. Era un attaccante prolifico che, all’Athletic, si adattò a giocare come esterno. Veloce, con grande capacità di supera l’avversario, astuto. Durante la settimana andava in Nazionale, tornava il giovedì, si riposava un giorno e poi, nel weekend, era sempre tra i migliori. Un giocatore di livello mondiale. Mi ha colpito molto anche Isma Urzaiz. Una volta durante un allenamento ho tentato di fermarlo; ha accelerato e ha comunque messo un passaggio perfetto. Deve essere davvero difficile marcarlo, perché Isma sembrava un cavallo in corsa ed era notevole anche con entrambi i piedi. E per quanto riguarda i portieri? Posso citarne diversi. Imanol Etxeberria, Valencia, Aranzubia… Lafu (Iñaki Lafuente) ha lavorato duramente e con impegno è riuscito a diventare titolare.

In un passato recente, suscitò notevole attenzione un episodio in cui chiese a Aimar, all’epoca calciatore del Valencia, di scambiarci la maglietta durante una partita. Com’è andata questa faccenda? Aimar è un giocatore che continuo ad ammirare; che grande educatore! Non posso fare a meno di apprezzarlo. Avevo già concordato di ricevere la maglietta prima dell’incontro, e nel corso della partita gli ricordai il nostro accordo. Heynckes ha dichiarato di aver corso da lui per chiedergliela, ma la verità è che l’accordo era già stabilito. E tra le magliette della sua collezione, quale tiene più preziosa? Una volta, dalla Argentina, ricevetti una maglietta firmata da Maradona, e quando Messi si trovava a Lezama per un allenamento con la sua nazionale, mi avvicinai a lui, esprimendo il desiderio che anche lui potesse firmarla. E così fece.

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