Mancano solo pochi giorni alla chiusura del mercato estivo delle trasferte, il che significa che le possibilità per le squadre di affrontare eventuali deficit si restringono notevolmente. Come evidenziato in precedenti occasioni, è piuttosto singolare che la finestra di trasferimenti rimanga aperta dopo l’inizio della stagione, ma questo è il sistema attuale.
Tale situazione, anziché chiarire le incertezze, spesso le amplifica, e un inizio di campionato incerto, non voglio dire negativo, costringe i club a prendere decisioni affrettate all’ultimo minuto, con tutte le conseguenze del caso.
Nel caso della Real, che non si è distinta fino a ora per attività frenetica e che ha tardato a fare la sua prima mossa – infatti, è stata l’ultima delle squadre a intervenire -, ci sono ancora diversi fronte aperti, sia in entrata che in uscita.
Il rendimento della squadra nelle prime due partite ci ha lasciato in una situazione di incertezza, senza avere chiare indicazioni sul progresso effettuato o su eventuali regressioni. Tuttavia, non potevamo aspettarci risultati diversi. Solo nel caso in cui le prime due sfide avessero avuto esiti eccezionali, si sarebbero potute prendere decisioni basate su questi eventi. Il comportamento della Real nelle prime giornate ha mostrato sia aspetti positivi che negativi. Questo è del resto comprensibile, soprattutto considerando le particolari condizioni di quest’anno. In altre parole, la squadra non è in crisi e non ci sono motivi oggettivi per farsi prendere dal panico in queste ore finali del mercato, ma sono emerse alcune lacune che, con il progredire della competizione, potrebbero diventare problematiche significative, se non si adottano le necessarie misure correttive. La Real desidera muoversi, se le circostanze lo permetteranno, e tenterà fino all’ultimo momento, in questa settimana particolarmente cruciale dell’anno. È giunto il momento di prendere una decisione e scegliere di non farlo è anch’essa una scelta.
Pacheco: un altro passo
Sicuramente, Jon Pacheco non avrebbe voluto ritrovarsi in una situazione simile, costretto a preparare le valigie per cercare un nuovo luogo, non troppo distante, dove tentare di rilanciare la sua carriera. Il giocatore di Elizondo, che tempo fa sembrava destinato a diventare un pilastro della difesa della Real Sociedad, ha visto rallentare il suo sviluppo recente. Il club è ben consapevole del potenziale del calciatore navarrese, che ha solo 24 anni, e nutre aspettative di poterlo reintegrare nel progetto, ma è chiaro che Sergio Francisco, come già accaduto con Imanol, non si fida completamente di Pacheco. L’arrivo di Caleta-Car, similmente a quello di Aguerd, sembra essere solo un ripiego, e considerando il successo delle recenti cessioni, come quelle di Gorrotxategi e Urko, si è deciso di ripetere la stessa strategia, sperando di ottenere risultati simili. La Real Sociedad non ha intenzione di perdere uno dei talenti più promettenti emersi dalla cantera di Zubieta per il ruolo di difensore centrale e desidera riportare il giocatore al meglio in un contesto diverso, dove, forse, lontano da alcune pressioni, possa ritrovare il potenziale che un tempo sembrava brillare.
La Real non è mai sola
Dopo aver sottolineato, la settimana scorsa, il sostegno del pubblico txuri urdin nei confronti della squadra giovanile durante il ritorno in Segunda División, ora è doveroso menzionare anche il primo team, che avrà al suo fianco un nutrito gruppo di tifosi per il ritorno al Tartiere questo sabato. Le aspettative sono state superate, tanto che quasi 1400 persone si ritroveranno senza biglietto a causa delle limitazioni imposte dallo stadio ovetense.
Dove si trova Luka?
La prestazione di Luka Sucic nella partita contro l’Espanyol è stata, senza dubbio, la meno convincente e più sorprendete del croato da quando è con noi. Se non sapessimo che quella non era la vera essenza di Sucic e se non avessimo già visto una versione molto più brillante, potremmo pensare di trovarci di fronte a uno dei più grandi flop delle ultime stagioni.