L’Atlético de Madrid ha concluso recentemente una nuova sessione di trasferimenti, avviando un progetto che inizialmente suscitava entusiasmo, ma che ha sollevato alcune perplessità riguardo alla composizione della squadra, ai giocatori selezionati e agli investimenti effettuati per determinati acquisti.
Dopo che Diego Pablo Simeone è riuscito a portare a termine l’arrivo di Nico González nell’ultimo giorno della finestra di trasferimento, e considerando che le uscite di Javi Galán e Carlos Martín non sono andate a buon fine, il tecnico argentino avrà a disposizione 24 calciatori per affrontare le quattro competizioni: LaLiga, la Champions League, la Coppa del Re e la Supercoppa di Spagna.
Il club ha effettuato otto nuovi acquisti: David Hancko (Feyenoord), Marc Pubill (Almería), Matteo Ruggeri (Atalanta), i centrocampisti Johnny Cardoso (Betis), Álex Baena (Villarreal), Thiago Almada (Botafogo) e Nico González (Juventus), insieme all’attaccante Giacomo Raspadori (Nápoles). Sul fronte delle uscite, Axel Witsel è passato al Girona, César Azpilicueta è partito per il Sevilla e Reinildo Mandava ha firmato con il Sunderland, tutti e tre a scadenza di contratto. Inoltre, Samuel Lino (Flamengo), Rodrigo Riquelme (Betis) e Ángel Correa (Tigres) sono stati venduti, mentre Rodrigo de Paul (Inter Miami) e Thomas Lemar (Girona) sono stati ceduti in prestito. In totale, l’Atlético ha investito 173 milioni di euro in questa sessione di mercato, che potrebbero aumentare di ulteriori 33 milioni se verrà attivata la clausola di acquisto per Nico González. Dall’altra parte, il club ha ricavato circa 40 milioni dai trasferimenti, a cui si aggiungeranno i 15 milioni previsti per la cessione di De Paul all’Inter Miami, con un acquisto definitivo al termine della stagione. A questa somma si potrebbero aggiungere anche i 20 milioni già spesi alcuni mesi fa per Arthur Vermeeren.
**Le Luci**
Rinnovamento della Rosa
Un obiettivo cardine della strategia di questo mercato è stato il ringiovanimento della rosa. Le 25 formazioni iniziali più anziane nella storia dell’Atlético de Madrid sono state completate nelle ultime tre stagioni sotto la direzione di Diego Pablo Simeone. La squadra ha dato il benvenuto a nuovi volti, mentre ha salutato veterani come Axel Witsel, di 36 anni, e César Azpilicueta, di 35 anni; e alcuni, come Reinildo Mandava a 31 anni, hanno visto scadere il loro contratto; altri, come Saúl Ñíguez e Correa, entrambi a 30 anni, e De Paul a 31 anni, sono stati ceduti o trasferiti. Le nuove acquisizioni non superano i 27 anni, e sei delle otto hanno un’età inferiore ai 25 anni: Pubill (22), Cardoso e Ruggeri (23), Baena e Almada (24), Raspadori (25) e Nico e Hancko (27). Attualmente, l’età media della squadra è di 25,6 anni, rispetto ai 28,9 anni della scorsa stagione, segnando così una riduzione di tre anni.
Giocatori di Alto Livello
Nonostante il mercato abbia avuto alti e bassi, è innegabile che si sia fatto uno sforzo per ingaggiare calciatori in grado di elevare la qualità della rosa. Solo il tempo potrà confermare la bontà di queste scelte. Ad ogni modo, l’acquisto di Álex Baena, uno dei giovani più promettenti in Spagna, rappresenta un grande colpo. Anche l’ingaggio di Johnny Cardoso, un altro talento emergente, è da considerarsi positivo. Inoltre, Dàvid Hancko, che ha attirato l’attenzione di club di alto profilo come Juventus e Tottenham negli ultimi anni, è un’ottima aggiunta. Infine, Thiago Almada è visto come un possibile erede della generazione di Messi e compagni nell’intera selezione argentina.
Calciatori versatili
È vero che il progetto dell’Atletico presenta una rosa leggermente sbilanciata, ma è altrettanto vero che Simeone ha a disposizione numerosi jolly. Thiago Almada, Álex Baena, Giacomo Raspadori e Nico González sono atleti capaci di adattarsi a tutte le posizioni offensive. Dávid Hancko ha già dimostrato la sua versatilità, avendo giocato come difensore centrale e terzino sinistro in sole tre partite. Simeone vede Marc Pubill più come un centrale che come un terzino.
Incremento dell’altezza
Potrebbe sembrare insignificante, ma questo aspetto è da considerare, soprattutto quando ci si confronta con squadre in Champions League, dove le formazioni sono generalmente più alte. L’Atletico ha guadagnato centimetri in difesa, strategia utile per le situazioni di palla inattiva. Matteo Ruggeri è alto 1,87; Marc Pubill è 1,90; Dávid Hancko è 1,88 e Johnny Cardoso è 1,86. Per quanto riguarda il calciatore statunitense, questa caratteristica spiega anche il suo successo nei duelli aerei, un aspetto che l’Atletico ha faticato a gestire in passato. Tutto ciò è positivo sulla carta, ora è necessario tradurlo in vantaggi sia in fase offensiva che difensiva, poiché le prime tre giornate hanno rivelato difficoltà per il team in situazioni di palla inattiva.
Abituati a competere per titoli
Per una squadra come l’Atletico di Madrid, che mira a conquistare trofei, è cruciale che i nuovi innesti siano abituati, in una certa misura, a combattere per i titoli. In questo senso, tutti i nuovi giocatori hanno sollevato trofei negli ultimi anni.
Dávid Hancko ha conquistato un campionato ceco con lo Sparta Praga nella stagione 2022/2023, un campionato slovacco con il MSK Žilina nel 2016/2017 e una Coppa dei Paesi Bassi con il Feyenoord nel 2023/2024. Inoltre, ha vinto la Supercoppa dei Paesi Bassi con il Feyenoord nel 2024. Álex Baena ha trionfato in Europa League con il Villarreal, e ha anche conquistato l’Europeo e la medaglia d’oro alle Olimpiadi con la nazionale spagnola. Thiago Almada ha ottenuto il campionato in Brasile e la Libertadores con il Botafogo, raggiungendo anche il titolo di campione del mondo con l’Argentina. Giacomo Raspadori è due volte campione di Serie A con il Napoli. Nico González ha sollevato due Coppe America (2021 e 2024) e la Finalissima nel 2022. Anche Matteo Ruggeri ha trionfato in Europa League con l’Atalanta. Infine, Marc Pubill ha conosciuto il gusto della vittoria, portando a casa l’oro olimpico a Parigi.
Tuttavia, ci sono delle criticità da considerare. La squadra di quest’anno appare un po’ squilibrata. La presenza di tre terzini destri (Llorente, Molina e Pubill) è tale da far considerare Simeone l’idea di schierare il catalano come difensore centrale. Inoltre, con l’infortunio di Giménez, persiste la preoccupazione che la stagione per il reparto difensivo possa essere lunga. Vista la carriera del giocatore uruguayo, sarebbe stato più logico avere cinque centrali. A proposito dei ruoli, prima che l’Atlético ingaggiasse Cardoso, si sapeva che era necessario un giocatore di qualità a centrocampo. L’arrivo del calciatore statunitense ha coinciso con la partenza di De Paul, noto per essere il motore del gruppo. Così, è avvenuto un avvicendamento, mentre Simeone si deve affidare a Koke, Barrios o Gallagher. La situazione richiederebbe un ulteriore centrocampista, considerando le recenti uscite.
Non è emerso nemmeno un giocatore dotato di dribbling puro, come si sperava all’inizio. Servirebbe anche un attaccante di riserva affidabile per supportare Sorloth, le cui prestazioni dipendono in gran parte dal suo stato d’animo, oltre a qualcuno in grado di alternarsi con Julián Álvarez, il quale si trova a dover gestire una grande pressione. Anche la posizione di terzino sinistro sembra essere un’altra delle preoccupazioni per Simeone. Sono trascorsi tre incontri prima che Ruggeri fosse escluso dalla formazione titolare a favore di Hancko, il quale non è un terzino sinistro naturale. Galán è rimasto in panchina, mentre non sembra che il Cholo abbia intenzione di utilizzarlo nuovamente.
Negli ultimi due mercati, l’Atlético di Madrid ha riscontrato che ogni volta che cerca di acquistare giocatori, finisce per pagare cifre gonfiate. Le necessità della squadra, unite alla crescita del club, hanno portato a situazioni in cui molti si chiedono se i costi siano giustificati dalla qualità dei giocatori. Alla fine, le esigenze di questi ultimi mercati sono evidenti. È chiaro che operazioni come quella di Baena (42 milioni) o Julián Álvarez (75 milioni con bonus) non avrebbero potuto svolgersi in modo molto migliore; altre come Almada (21 milioni) sembrano più promettenti, ma si percepisce che, considerando quanto speso dall’Atlético, il ritorno non sia adeguato. Nel contesto attuale, pagare 22 milioni per Raspadori o 17 per Ruggeri (tutte queste spese sono fisse, senza considerare che con i bonus potrebbero aumentare sensibilmente), così come aver investito circa 40 milioni su Le Normand nella stagione scorsa, appaiono come operazioni costose. A maggior ragione se si considera quanto altre squadre abbiano speso per giocatori simili. Ad esempio, quando l’Atlético cercava un difensore centrale, aveva in considerazione Christian Mosquera, per il quale l’Arsenal ha sborsato 15 milioni.
Il club colchonero aveva la possibilità di riacquistare Mouriño per dieci milioni, operazione che effettuò per rivenderlo poi al Villarreal. Queste scelte, sebbene rischiose, non comportano un investimento eccessivo rispetto ad altre transazioni del Atlético. Ad esempio, si era in cerca di un dribblatore e, qualora Nico González rimanesse, si tratterebbe di spendere 33 milioni per un calciatore, fino a quel momento, riserva nella Juventus. Analizzando il mercato, il Betis ha speso 25 milioni per Anthony mentre il Benfica ha investito 20 milioni per Lukebakio, e queste situazioni si ripetono in diverse posizioni. L’Arsenal ha ottenuto in prestito Piero Hincapié, che era uno dei target del Atlético, mentre il Marsiglia ha preso in prestito sia Matt O’Riley che Pavard a due milioni l’uno, aggiudicandosi anche Rabiot per nove milioni, tutti profili che figuravano nella lista del club spagnolo; la Juventus ha invece preso in prestito Lois Openda per tre milioni… solo alcuni esempi di quanto accaduto.
Il tecnico Simeone sottolinea sempre l’importanza di preferire minuti di alta qualità rispetto a una semplice maggiore quantità di gioco. Questo aspetto è cruciale, poiché molti dei successi dell’Atletico sono stati ottenuti grazie a sostituzioni strategiche durante le partite. La scorsa stagione è stata particolarmente emblematica in questo senso; giocatori come Correa, che non era tanto presente la stagione precedente quanto nelle precedenti, avevano un ruolo ben definito, con l’argentino che ha realizzato numerosi gol subentrando. Un altro esempio è Sorloth, che è stato il capocannoniere dalla panchina nelle cinque grandi leghe nell’ultima stagione, ma al momento non sembra interessato a ricoprire un ruolo simile. Finora, nei primi tre incontri, le sostituzioni non hanno avuto l’effetto sperato per raddrizzare le partite.
In un’altra dimensione, va notato che l’Atlético de Madrid, più che in passato, ha dovuto accontentarsi di ciò che era disponibile piuttosto che perseguire ciò che realmente desiderava, e questo vale nella maggior parte dei casi, anche se non in tutti.
È vero che il giocatore principale sul mercato era Álex Baena, e alla fine è stato acquistato; tuttavia, da quel momento in poi, le operazioni si sono sviluppate con molta difficoltà, considerando le dinamiche del mercato stesso. Per fare un esempio, il grande desiderio di Simeone per il centrocampo era Enzo Fernández, ma l’argentino, vincitore della Coppa del Mondo, non è arrivato. Al suo posto, è stato ingaggiato Johnny Cardoso, un giovane promettente, ma non ancora al livello desiderato. Per quanto riguarda la difesa centrale, il Cholo sperava di avere un difensore come Cuti Romero, ma anche lui è rimasto fuori. Piero Hincapié non è stato preso, e alla fine è giunto Dávid Hancko, il quale si è rivelato uno dei miglior acquisti, pur non essendo nel radar iniziale. Riguardo al dribblatore, il primo obiettivo era Ademola Lookman, ma alla fine si è optato per Nico González, che presenta caratteristiche diverse rispetto al nigeriano dell’Atalanta. Nella posizione di terzino sinistro, i nomi in cima alla lista erano Álvaro Carreras e Miguel Gutiérrez, ma alla fine è stato firmato il giovane Ruggeri, il cui futuro rimane incerto. Per quanto riguarda il terzino destro, inizialmente era stato scelto Eraso, ma l’Athletic Club ha avuto la meglio e Pubill è diventato un’opzione valida, grazie alla stessa agenzia di rappresentanza di Eraso. Una situazione simile è accaduta con Raspadori, che non era la prima scelta, ma si è presentata un’opportunità interessante…