Beppe Bergomi: “Inzaghi? L’uomo giusto dopo Conte”

Lo Zio ha parlato alla Gazzetta dello Sport dell'Inter che verrà.

La scelta di Conte di lasciare l’Inter dopo lo scudetto conquistato non ha lasciato indifferente il mondo del calcio.

Intervistato alla Gazzetta dello Sport Beppe Bergomi, ex capitano e stella nerazzurra, ha detto la sua sulla scelta del tecnico pugliese e sull’Inter che verrà.

“Una premessa è d’obbligo: io l’undici titolare dell’Inter lo confermerei in blocco. Questa squadra ha chiuso i due anni di Conte con grande consapevolezza, sapeva quando accelerare per far male all’avversario e portarsi a casa la vittoria. Peccato, con queste premesse si poteva fare pure un’ottima Champions – ha detto Bergomi – L’Inter ha pagato più di tanti altri club la crisi dovuta alla pandemia.

La scelta di Simone Inzaghi la reputo intelligente, è l’uomo giusto per ereditare il lavoro straordinario di Conte. Sistemi e principi simili, col suo arrivo sarà possibile ritoccare senza stravolgere”.

Non sono mancate parole per Hakimi e Lukaku, due giocatori fondamentali per lo scudetto ma al centro di voci di mercato: “Lukaku è sicuramente l’uomo più importante da tenere in questo gruppo. E non solo per le capacità tecniche che gli vanno riconosciute, ma per tutto ciò che rappresenta oggi per l’Inter. Romelu è leader emotivo, ha sempre un atteggiamento positivo verso i compagni, è un punto di riferimento per tutti. Giocatore unico che con Conte è cresciuto tantissimo. Io non ho mai avuto dubbi sulla sua adattabilità al calcio italiano, perché da noi la fisicità paga sempre, come dimostra Ibra alle soglie dei 40. Però non conoscevo questa sua grande dote umana: fa squadra, trasmette valori, è il primo a sacrificarsi e a fare la corsa in più per il compagno. Bagnoli diceva sempre: ‘sono le punte quelle che ti fanno giocare bene’. Lukaku è l’espressione vivente di questo concetto”.

“Un altro Hakimi non lo trovi in giro, con i suoi cambi di passo, assist e gol. Però mi rendo conto che un esterno così può far gola a tante big e può essere un tesoro per i conti. Mentre per nulla al mondo va toccato Barella: per continuità, qualità e personalità è unico. Può giocare in ogni ruolo in mezzo ed è un nazionale italiano: deve essere il simbolo del futuro”.

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