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Abramovich lascia la presidenza del Chelsea: “Lo faccio per il bene del club”

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È dell’altro ieri – sabato 26 febbraio – il comunicato stampa per mezzo del quale, in seguito al definitivo deteriorarsi del conflitto tra Russia e Ucraina, il magnete russo Roman Abramovich si è temporaneamente dimesso dalla presidenza del Chelsea. La situazione, tuttavia, è in continua evoluzione, ragion per cui non è da escludere che nei prossimi giorni l’attuale proprietario del club si veda costretto a vendere.

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Abramovich rischia di perdere il Chelsea

Queste, nella fattispecie, le parole dell’imprenditore russo, il cui patrimonio, secondo le fonti, si attesta intorno ai 8,5 miliardi di dollari:

Durante i miei quasi 20 anni di proprietà del Chelsea, ho sempre considerato il mio ruolo di custode del Club, il cui compito è garantire il massimo successo che possiamo avere oggi, oltre a costruire per il futuro, e allo stesso tempo svolgere un ruolo positivo nelle nostre comunità. Ho sempre preso le decisioni tenendo a cuore l’interesse del Club. Rimango fedele a questi valori. Ecco perché oggi sto affidando agli amministratori della Fondazione di beneficenza del Chelsea la gestione e la cura del Chelsea FC. Credo che attualmente siano nella posizione migliore per prendersi cura degli interessi del Club, dei giocatori, dello staff e dei tifosi.

Perché Abramovich non potrà più rientrare in Inghilterra

La guerra tra Russia e Ucraina ha scatenato le reazioni del mondo intero, e se nelle piazze di mezza Europa i manifestanti sventolano bandiere di pace mostrando tutta la propria indignazione nei confronti di quanto sta accadendo, da Bruxelles fioccano le sanzioni nei confronti della Russia, la quale, di questo passo, potrà contare solamente sulle proprie forze per proseguire il conflitto. L’obiettivo è infatti quello di isolare Putin, convincendolo a fare marcia indietro. Ecco perché a Roman Abramovich, attuale presidente del Chelsea nonché amico del presidente russo, potrebbe venir interdetto per sempre l’ingresso nel Regno Unito.

Da Londra, infatti, si cerca di smantellare la rete finanziaria del Cremlino, la quale è composta, secondo le stime, da almeno 35 oligarchi russi. Tra questi, non vi è alcun dubbio, anche l’ex presidente del Chelsea, il quale possiede, tra le altre cose, anche un impero attivo nel campo siderurgico e minerario, una multinazionale, per di più, attualmente quotata alla borsa di Londra. Insomma, dopo la scomparsa dello sponsor russo Gazprom dalle maglie dello Schalke 04 in Germania e lo spostamento della finale di Champions da parte della UEFA a Parigi, anche in Inghilterra sono pronte a farsi sentire le conseguenze della follia di Putin. E se la Polonia ha già fatto sapere che non scenderà in campo contro la Russia in occasione dei playoff mondiali del prossimo marzo, negli stadi italiani è già diventata un’abitudine osservare, prima del fischio d’inizio, trenta secondi di silenzio in difesa della pace mondiale.

I trofei di Abramovich col Chelsea

Comunque vadano le cose, qualora Abramovich dovesse lasciare veramente il Chelsea, a finire sarà una vera e propria epoca. Alla presidenza degli attuali campioni d’Europa, infatti, il patron russo ha messo in fila una serie impressionante di successi. Nella fattispecie, da quando è stato acquistato dal magnate russo, il club londinese ha vinto ben 22 trofei, tra cui due Champions League, due Europa League, un Mondiale per club e ben 13 trofei nazionali.

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