Elezioni CONI: cosa ci dicono i numeri sul futuro dello sport in Italia

Un approfondimento sulle recenti elezioni del CONI e l'importanza della governance per il futuro dello sport italiano.

Il 309° Consiglio Nazionale del CONI, tenutosi a Roma, ha gettato luce su alcune delle dinamiche di potere che caratterizzano la governance sportiva italiana. La presenza di ricorsi e dibattiti infuocati ci porta a riflettere: quanto le elezioni e le decisioni di oggi influenzeranno realmente il futuro dello sport nel nostro paese? È una domanda che merita attenzione, soprattutto in un contesto dove la trasparenza è fondamentale.

Un’analisi dei numeri delle elezioni

Durante la sessione, il ricorso presentato da Saimon Conti per l’ammissione alla Presidenza del CONI ha catturato l’attenzione di tutti. La decisione della Commissione Verifica Poteri di bocciare il ricorso ha messo in evidenza una spaccatura netta tra i votanti.

Con 78 voti contrari, 1 favorevole e 1 astenuto, i numeri raccontano una storia di consolidamento del potere attuale e di resistenza al cambiamento. Ma cosa significa tutto questo per il futuro?

La votazione che ha escluso il candidato Luciano Buonfiglio ha ulteriormente messo in luce le tensioni interne. I dati di crescita delle adesioni e la partecipazione attiva dei membri sono indicatori chiave, ma il churn rate e la capacità di attrarre nuovi talenti rimangono questioni cruciali. È chiaro che una governance efficace non può limitarsi a una buona organizzazione; deve anche puntare a coinvolgere e mantenere talenti, sia dentro che fuori il CONI.

Case study: successi e fallimenti del passato

Ho visto troppe startup fallire per la mancanza di una visione chiara e di una leadership efficace. In maniera simile, il CONI si trova di fronte a sfide storiche legate alla governance. La gestione di eventi olimpici e paralimpici in arrivo richiede una preparazione che va ben oltre la semplice amministrazione. Un esempio illuminante è l’organizzazione delle Olimpiadi di Roma nel 1960, che è stata un grande successo. Ma quali insegnamenti possiamo trarre da quel periodo? La trasparenza e l’inclusività si rivelano fattori determinanti per un futuro prospero.

Riflettendo su come le decisioni prese in momenti critici abbiano plasmato il panorama sportivo nazionale, è evidente che le scelte di leadership influenzano non solo le elezioni ma anche il morale e l’engagement delle varie federazioni. La storia del CONI è costellata di alti e bassi, ma ogni fallimento ci offre preziose lezioni da cui possiamo imparare.

Lezioni pratiche per i futuri leader sportivi

Per chi aspira a diventare fondatore o leader nel mondo dello sport, un insegnamento fondamentale è che la governance non può essere vista come un processo statico. Richiede adattamento e reattività. Dobbiamo chiederci: quali strategie possono essere messe in atto per migliorare il PMF (Product Market Fit) nel contesto sportivo? La chiave risiede nell’ascoltare le esigenze delle diverse parti interessate e rispondere in modo proattivo.

In questo contesto, il management deve essere consapevole dell’importanza della comunicazione. Una leadership trasparente non solo costruisce fiducia, ma promuove anche un ambiente di lavoro più collaborativo. Includere diversità e inclusione all’interno delle federazioni non è solo un obbligo etico, ma rappresenta anche una strategia vincente per attrarre talenti e risorse.

Takeaway azionabili

In sintesi, i recenti sviluppi al CONI offrono spunti cruciali per riflettere sulla governance sportiva in Italia. Per i leader del futuro, ecco alcune proposte pratiche:

  • Promuovere un ambiente di lavoro inclusivo e stimolante per attrarre talenti.
  • Utilizzare dati e feedback per migliorare continuamente i processi decisionali.
  • Garantire trasparenza e comunicazione aperta con tutte le parti interessate.
  • Impegnarsi attivamente nella formazione e nello sviluppo delle capacità di leadership all’interno delle federazioni.

Il futuro dello sport italiano si gioca sulla capacità di affrontare le sfide attuali e di costruire un sistema di governance che sia sostenibile, inclusivo e preparato ad affrontare le sfide globali. Non è solo una questione di numeri, ma di visione e impegno.

Scritto da Sraff

Marcelino considera perdente a Baena e afferma: “Simeone troverà le circostanze perfette per esprimere il suo massimo potenziale”

Copertina MD 26 giugno