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Nel novembre 2025, l’amministratore delegato della Formula 1, Stefano Domenicali, ha rivelato un dato sorprendente: il 40% dei fan del campionato è composto da donne. Questo risultato è il frutto di un rebranding strategico che ha cercato di rendere il mondo delle corse più inclusivo e accogliente per tutti.
L’approccio ha portato a un aumento dell’interesse per il campionato, con un incremento dell’8% rispetto ai dati del 2017.
Vari elementi hanno contribuito a questo successo, tra cui l’influenza dei social media, il popolare programma di Netflix Drive to Survive e l’introduzione della F1 Academy, un’iniziativa lanciata nel 2025 e guidata dalla pilota Susie Wolff.
Il ruolo di Susie Wolff nella Formula 1
Per comprendere l’impatto di Susie Wolff, è utile esaminare il suo percorso professionale. All’età di 23 anni, la Wolff affrontava il dolore fisico come parte della sua routine, cercando di superare le sfide imposte dalla sua carriera. Il suo motto, No pain, no gain, riassume bene l’approccio adottato nella sua vita da pilota.
Un percorso di sfide e successi
Con un’esperienza ventennale, Wolff ha contribuito a cambiare il panorama delle corse automobilistiche. Ha gareggiato per sette anni nel DTM con Mercedes-Benz e, nel 2012, è diventata pilota di sviluppo per il team Williams, facendo storia nel 2014 quando è diventata la prima donna a partecipare a un weekend di gara di Formula 1 dopo 22 anni. La sua determinazione è stata messa alla prova da episodi di sessismo, dove ha avvertito la pressione di dover dimostrare la propria competenza in un ambiente dominato dagli uomini.
Le origini e la passione per i motori
Nata come Suzanne Stoddart nel 1982 nella pittoresca Oban, in Scozia, Susie Wolff ha sempre respirato la passione per i motori. Cresciuta in una famiglia legata al mondo automobilistico, ha trovato ispirazione in sua madre, che correva in moto. Questo background ha avuto un ruolo cruciale nel suo percorso verso il successo.
Superare i pregiudizi nel motorsport
La carriera di Wolff non è stata priva di ostacoli, inclusi i pregiudizi di genere. La sua iniziale promessa di non intraprendere relazioni con altri piloti, per mantenere la propria credibilità, evidenzia le pressioni affrontate. La Wolff ha dovuto dimostrare di meritare il proprio posto in pista, senza mostrare alcuna debolezza.
Il futuro delle donne nella Formula 1
Nel 2015, Susie ha deciso di ritirarsi dalle competizioni, ma la sua eredità vive attraverso iniziative come la F1 Academy, creata per promuovere la partecipazione femminile nelle corse. Questa accademia offre sostegno economico a giovani piloti donne, contribuendo a colmare il divario di genere nel motorsport, dove attualmente meno del 10% dei partecipanti è rappresentato da donne.
La Formula 1 è tradizionalmente dominata da famiglie con una lunga storia nel settore, il che rende difficile per nuove generazioni di piloti emergere. Tuttavia, iniziative come la F1 Academy e l’aumento della presenza femminile nelle squadre stanno cambiando la narrazione. La speranza di vedere una donna competere nuovamente in Formula 1 diventa sempre più concreta.