Il Sevilla FC SAD terrà questo lunedì un’Assemblea Generale Ordinaria degli Azionisti, contrassegnata dal lungo processo di vendita a un investitore estero che è in atto da diversi mesi. Questo è avvenuto dopo l’impossibilità di trovare un accordo tra i principali azionisti: da un lato ci sono quelli rappresentati da José María del Nido Benavente, che detiene una significativa quota individuale, e dall’altro i sostenitori di suo figlio, José María del Nido Carrasco, attuale presidente.
La situazione finanziaria è precaria, costringendo il consiglio a richiedere un ampliamento di 70 milioni di euro su un prestito di Goldman Sachs già firmato di 108 milioni. Il tema centrale dell’Assemblea sarà la vendita a un investitore esterno, sebbene il presidente cercherà di mantenere l’argomento sui punti all’ordine del giorno, evitando confronti diretti.
Quest’anno il consiglio prevede perdite considerevoli per il quinto anno consecutivo, stimando un deficit di 54 milioni di euro, che porterà il debito a breve e medio termine oltre i 200 milioni di euro. I dirigenti attuali, temendo che la fine della moratoria governativa nel 2026 sulle perdite accumulate durante gli anni di Covid lasci la società in una situazione di potenziale dissoluzione, hanno dunque aumentato il prestito per garantire la sopravvivenza del club.
Si prevede che l’alleanza che sostiene Del Nido Carrasco, composta dalle famiglie Castro, Alés, Carrión e Guijarro, riesca a portare avanti tutte le mozioni, anche se, teoricamente, Del Nido padre potrebbe finalmente votare con le sue azioni, poiché un giudice ha conferito a lui il diritto di voto senza restrizioni.
È probabile che neppure in questa occasione ci sarà un cambiamento, nonostante il 14% delle azioni inizialmente in mano al socio americano 777 Partners sia passato ad una nuova gestione. Questo consorzio, in passato sostenitore del ex presidente, ora si trova allineato con l’attuale consiglio dopo che la situazione è stata trasferita alla compagnia assicurativa A-CAP, rappresentata dall’avvocato noto Juan de Dios Crespo. Nel contesto di una potenziale vendita, il gruppo locale guidato dall’ex consigliere Antonio Lappí, che stava cercando di collaborare con Monchi, si è trovato in difficoltà di fronte alla crescente forza di investitori americani disposti a pagare somme superiori per ogni azione (si parla di cifre che arrivano fino a 3.500 euro), un’opzione che i principali azionisti hanno ormai escluso. Nel frattempo, la squadra sta affrontando una crisi preoccupante, con un organico sempre più svalutato. In questo scenario, la recente vittoria schiacciante contro l’Oviedo (4-0) ha rappresentato un momento di sollievo, lenendo in parte le tensioni contro la dirigenza. Del Nido Carrasco, che potrebbe affrontare l’ultima assemblea come presidente nel caso si concretizzi la vendita, aspira a rimanere nel ruolo di CEO e ha ricevuto insulti dal pubblico, che intonava “Júnior vete ya”. Inoltre, il suo avvocato e figura chiave nella gestione, il segretario del consiglio Alberto Pérez Solano, è stato oggetto di insulti e contestazioni, etichettato come “fascista” a causa di una sua apparizione in un evento commemorativo di José Antonio Primo de Rivera.

