Lunedì, il Sevilla FC ha tenuto la sua Assemblea Generale Ordinaria degli Azionisti, durante la quale è stato presentato un bilancio negativo di 54,061 milioni di euro, segnando il quinto anno consecutivo di deficit. In questa riunione non sono state fornite notizie riguardo al processo di vendita al quale sembrerebbe essere interessato un investitore straniero.
Il principale azionista, José María del Nido Benavente, ha espressamente chiesto al Consiglio informazioni in merito a questa possibile cessione, sottolineando che, nonostante controlli una quota di maggioranza, nessuno lo ha informato sulla situazione. “Il club è in vendita? Esiste un’offerta formale? La mia parte è in vendita? Sto solo cercando di capire…
Non sono stato informato di alcuna possibilità di cessione”, ha commentato con una certa ironia l’ex presidente, il quale non ha potuto neanche votare sugli argomenti all’ordine del giorno, nonostante una sentenza giudiziaria avesse vietato esplicitamente di negargli il diritto di voto.
Il presidente del Sevilla ha negato l’esistenza di un “documento di vendita”, nonostante le ripetute domande riguardanti questa eventualità. Con il sostegno di investitori americani precedentemente allineati con Del Nido senior, il Consiglio ha proceduto con l’Assemblea, nella quale i numeri disastrosi del club, frutto di cinque anni di perdite per un totale di 220 milioni di euro, hanno pesato come una spada di Damocle. Per scongiurare il rischio di scioglimento, il Sevilla ha aumentato di 70 milioni il prestito già esistente con Goldman Sachs, che ora ammonta a 108 milioni di euro. L’ex presidente ha anche sollevato domande su questo nuovo prestito che grava ulteriormente sulle finanze del club. “È stato richiesto un secondo prestito a Goldman Sachs? Quale studio legale è stato coinvolto? Qualcuno del Consiglio ha ricevuto compensi per questo?”, ha precisato.

