Tre mesi dopo, il Girona ha riabbracciato la vittoria, e non una qualsiasi: è stata una vittoria ricca di spirito, valore e speranza. Una serata che sapeva di finale al Montilivi, dove la squadra ha mostrato un volto completamente diverso rispetto alle ultime settimane: più energica, più intensa, più coesa.
Si è visto un gruppo di giocatori riconoscibile, che ora sogna con realismo di stabilirsi in Prima Divisione. Il tutto guidato da un eterno Stuani, il quale ha nuovamente fatto la differenza nel momento del bisogno. Un rimbalzo, un secondo, un’opportunità: quel che è bastato all’uruguaiano per liberare l’urlo che era rimasto bloccato in gola per mesi.
Cinque dei sette ultimi gol del Girona portano la sua firma. Non è semplicemente un attaccante, ma un vero leader; quando lui indica la strada, l’intera squadra lo segue.
L’avversario non era facile da affrontare. Un Mallorca solido, competitivo e con ambizioni europee. Tuttavia, sul campo, la determinazione ha prevalso. Ogni duello, ogni palla contesa e ogni corsa hanno avuto un forte senso di urgenza, come se la retrocessione fosse a un solo gol di distanza. Perché così l’hanno percepita. In effetti, quell’intensità ha trovato eco sugli spalti. Sotto una pioggia incessante e in un giorno feriale, oltre 7.000 tifosi hanno riempito lo stadio di energia. Hanno applaudito, sostenuto, sofferto e festeggiato. Questa volta, la squadra ha risposto. Non solo con un gol, ma con carattere, anima e connessione. Undici partite senza vittorie non erano solo un numero, ma un peso insopportabile. Ma ieri quella seccatura è stata infranta e, con essa, si è aperta una nuova prospettiva. La squadra ora ha sei punti di vantaggio sulla zona retrocessione con quattro giornate rimaste. Non è ancora finita, ma ora l’obiettivo è visibile. Ci sono ancora passi da compiere, certo.
Con questo atteggiamento, questa interpretazione e un Stuani sempre pronto a mettersi in gioco, il Girona ha mostrato chiaramente il desiderio di rimanere.
