È vietato imbrogliare durante il gioco del solitario

La Nations League è stata introdotta recentemente, quasi come un capriccio della UEFA per aumentare i propri profitti a spese di altri interessi. Il suo inserimento in calendari già saturi ha inizialmente suscitato malcontento, ma quando il denaro entra in gioco, tutto si sistema ed i malcontenti tacciono.

Tuttavia, al di là di queste considerazioni economiche, il torneo ha preso piede nel tempo ed oggi viene visto come una competizione avvincente.

Nell’ultima edizione, tenutasi in Germania, due calciatori della Real Sociedad si sono distinti in particolare: il capitano Oyarzabal e Zubimendi, il giocatore del momento.

Il valore di entrambi, già alto, è probabilmente aumentato in seguito alle loro prestazioni in questa manifestazione. Hanno mostrato un livello di gioco eccezionale, meritando applausi sia dagli esperti che dai fan, anche se i tifosi della loro squadra di club non sembrano essere completamente entusiasti.

Infatti, una parte dei sostenitori della Real Sociedad critica quella che percepiscono come una sorta di “duplicato” comportamento dei giocatori, che brillano con la nazionale spagnola ma non riescono a replicare tali performance con la loro squadra. Questo malcontento è radicato nel deludente finale di stagione della Real, che ha fatto sembrare tutto il team meno capace. In contesti diversi, i loro risultati si sono rivelati nettamente superiori, il che risulta del tutto naturale. Non dimentichiamo però che sia Mikel che Martín hanno sviluppato la loro carriera sportiva all’interno della Real Sociedad, guadagnando così il diritto di competere in tornei importanti come quello discusso.

Affrontare ora il motivo per cui Zubimendi e Oyarzabal non hanno avuto lo stesso rendimento di stagioni passate appare come un tentativo poco fruttuoso di avviare una conversazione che non riguarda il tema principale. Questi due atleti rappresentano una delle eccellenze del club da lungo tempo, e continuano a distinguersi nella Real, nonostante un finale di stagione deludente. La loro qualità rimarrà costante ovunque decidano di giocare. Non ha senso cercare di giustificare insuccessi in modi ingannevoli.

Il germe del trionfo

La squadra filiale della Real Sociedad si trova a un passo da un traguardo significativo: la possibilità di tornare nella Segunda División, una categoria professionale che funge da porta d’ingresso al calcio di alto livello. Raggiungere questo obiettivo pochi tempi dopo un declassamento non è un’impresa semplice per le squadre riserve, come evidenziano i dati. È vero che l’esperienza in questa categoria non è stata durevole né soddisfacente come ci si aspettava, ma ciò non sminuisce il valore del traguardo raggiunto né contraddice l’idea che, quanto più il filiale è vicino alla “nave madre”, minore sarà l’impatto del salto quando avverrà. La Segunda División, soprattutto oggi, è divenuta un eccezionale e veritiero laboratorio per testare giovani talenti. Tuttavia, è importante ricordare che, di quel Sanse della stagione 2021-22 in Segunda, solo Turrientes e Olasagasti hanno mostrato, seppur timidemente, la determinazione attesa. Senza dubbio, questa esperienza in una categoria così competitiva ha forgiato una generazione di calciatori di Zubieta, ma non basta.

Prova di resilienza

Quello che è accaduto domenica scorsa al José Luis Orbegozo, con un Sanse che ha dovuto affrontare l’intero tempo supplementare in inferiorità numerica, sotto la pressione di un Mérida che lottava per il suo futuro stagionale, ha un valore che probabilmente non è stato apprezzato come meriterebbe. La lezione appresa dalla squadra di Rivas durante quei oltre 30 minuti in subbuglio potrebbe rivelarsi una delle esperienze più preziose di questa stagione.

Sarà una sensazione strana.

Per la prima volta dopo sei anni, la Real non sarà presente in competizioni europee, un fatto che può aiutarci a valorizzare i risultati ottenuti finora. Il viaggio è stato bello e produttivo, e sicuramente rappresenta la direzione da seguire, ma quest’anno non è il momento. Vivere diverse settimane senza impegni europei sarà insolito, ma consentirà alla squadra di concentrarsi meglio sui propri obiettivi.

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