L’Atlético de Madrid si trova in vacanza da quasi una settimana. Mentre le squadre si sfidano nel Mondiale per Club per decidere chi avanzerà nelle eliminatorie per conquistare il titolo, i colchoneros si godono un meritato riposo. Questo non era ciò che ci si aspettava, poiché la squadra di Diego Pablo Simeone sperava di essere uno dei club contendenti al trofeo.
L’uscita dal Mondiale per Club ha rappresentato una conclusione inaspettata di una stagione che è stata piuttosto deludente sotto diversi aspetti. Il Cholo sostiene che sia stata una campagna positiva, caratterizzata da sfide su più fronti, dalla conquista del titolo di campione d’inverno a metà stagione, e da una competitività costante.
Tuttavia, non tutti condividono questo punto di vista; le opinioni su questi temi tendono a variare. “Qual è il bilancio? Rimane comunque positivo. Abbiamo disputato ottimi match fino alle semifinali in Coppa, e in Champions abbiamo dato il massimo, forse una delle nostre migliori performance. Sappiamo tutti come è finita. In Liga abbiamo avuto ambizioni fino a marzo. Ho sentito che questa stagione fossimo più vicini al titolo rispetto agli ultimi anni. La frustrazione di non aver conquistato alcun trofeo persiste, poiché è ciò che rende felici i tifosi. Sono felice che l’obiettivo sia vincere un trofeo, perché questo lascia un segno per dirigenti, allenatori e sostenitori, spingendo tutti a continuare a migliorare come squadra”, ha dichiarato Simeone prima di partire per gli Stati Uniti. Dopo queste affermazioni, l’Atlético ha vissuto una delle maggiori sorprese o delusioni del Mondiale per Club, venendo eliminato in anticipo, nonostante avesse totalizzato gli stessi punti dei suoi principali concorrenti nel girone, PSG e Botafogo. Un epilogo sorprendente che evidenzia le rigide nuove regole di spareggio imposte dalla FIFA nei tornei di alto livello.
L’Atlético aveva l’obiettivo minimo di raggiungere i quarti di finale, secondo le aspettative del club. Il Mondiale ha lasciato alcune controversie, evidenziando l’incapacità della squadra di tradurre il predominio statistico in gol, nonostante la qualità dei giocatori, il che ha rivelato alcune lacune. Come in precedenti partite, la difesa, che era stata la seconda migliore in LaLiga, ha mostrato debolezze, così come la fascia sinistra, penalizzata dalle prestazioni non all’altezza di Javi Galán, Samu Lino e Conor Gallagher. Dopo l’eliminazione, le dichiarazioni dei giocatori hanno messo in luce una combinazione di frustrazione, introspezione e orgoglio. Diego Simeone, tecnico dell’Atlético, ha manifestato il suo malcontento, sostenendo che “ogni decisione arbitrale in questo torneo è stata sfavorevole”. Tuttavia, ha anche riconosciuto che la sua squadra era “vicina” e “stava competendo bene”, ma necessitava ancora di “qualcosa in più”. Ha sottolineato anche l’importanza del primo incontro, affermando che “la partita contro il PSG ci ha segnato”. In contrasto con le parole di Simeone, Antoine Griezmann ha adottato un approccio più critico, dicendo che “non possiamo concentrarci sull’arbitro. A volte non siamo al nostro meglio, e dobbiamo affrontare questa realtà”.
Nonostante l’amara eliminazione dal Mondiale, che ha aumentato le incertezze su ciò che attende l’Atlético e se Simeone sia ancora il leader giusto, alcuni dati supportano l’idea che la squadra ha piantato il seme di qualcosa di promettente.
Per cominciare, è stato effettuato un investimento significativo, superando i 180 milioni di euro per nuovi acquisti; questo è solo il preludio ai quasi 200 milioni che verranno spesi nel mercato attuale, mirati a continuare la ricostruzione della squadra. Giocatori come Baena, Ruggeri e Cardoso sono già stati acquisiti, mentre si spera di aggiungere profili promettenti come ‘Cuti’ Romero per alzare il livello competitivo. Inoltre, dal punto di vista statistico, l’Atlético ha messo in evidenza alcuni dati confortanti che confermano le valutazioni di Simeone, sia in attacco che in difesa. Analizziamo i numeri: il team ha segnato un totale di 113 gol in tutte le competizioni, subendo 55 reti. Questa è stata la seconda stagione più prolifica nella storia del club, un risultato notevole. Inoltre, è stata l’annata con il maggior numero di vittorie mai registrato dall’Atlético Madrid. Sotto la guida di Simeone, la squadra ha totalizzato 36 vittorie, stabilendo un record per la società. Il tasso di vittorie è stato del 62% in LaLiga, 60% in Champions, 71% in Coppa del Re e 67% nel Mondiale per club. Si tratta della terza stagione con il maggiore percentuale di successi su tutte le partite giocate nell’era Simeone, superata soltanto dal 69,5% nella stagione 13/14 e dal 64% nel 15/16. Questo riguarda l’aspetto offensivo; per quanto concerne la difesa, va notato che l’Atlético ha subito 55 gol nelle 58 partite disputate, con una media di 0,94 reti incassate a partita. In LaLiga, il club è risultato il secondo migliore per il numero di gol subiti, superato solo dall’Athletic; infatti, gli uomini di Simeone hanno incassato 30 reti (0,78 in media), mentre i baschi ne hanno subite una in meno, ovvero 29.
Per contestualizzare la situazione, si può notare che all’Atlético sono stati segnati nove gol in meno rispetto alla squadra che ha conquistato il titolo. Con tali statistiche difensive, non sorprende che Jan Oblak abbia ricevuto il Trofeo Zamora come portiere meno battuto, avendo subito solo 30 reti in 36 partite disputate, con una media di 0,83. Questo riconoscimento rappresenta il suo sesto trofeo nella carriera, ed è il primo a raggiungere il traguardo di cinque Zamoras nella storia de LaLiga. Senza dubbio, queste cifre offrono motivazione e certezza per costruire una prossima stagione di successo.