La visita della Real Sociedad al Peace Stadium di Nagasaki si è trasformata in una manifestazione straordinaria di affetto verso il club txuri urdin, e in particolare nei riguardi di Takefusa Kubo, che è stato l’assoluto protagonista della giornata. Nonostante il calciatore giapponese abbia iniziato la partita in panchina, la sua semplice presenza ha creato un entusiasmo mai visto.
Quando è emerso dal tunnel degli spogliatoi nella ripresa, il pubblico ha esploso in un’ovazione assordante. Le magliette con il suo nome riempivano gli spalti, sia quelle ufficiali che quelle personalizzate, e numerosi fan giapponesi si sono avvicinati con striscioni, bandiere e messaggi di riconoscenza.
Alcuni di loro hanno rivelato a Mundo Deportivo di essere tifosi della Real anche prima dell’arrivo di Kubo, ma la sua presenza ha trasformato quel legame in una vera e propria adorazione. Il ‘Kubocentrismo’ non è stato solo un fatto emotivo, ma anche identitario: la Real è diventata per molti giapponesi la squadra di Take. L’atmosfera prima dell’incontro era tanto speciale quanto insolita. Quando i giocatori delle due squadre sono entrati in campo per formare il corridoio, è risuonato l’inno della Real Sociedad, un gesto inaspettato nel mondo del calcio, dove solitamente si suona l’inno della squadra di casa. Non si è trattato di un errore, bensì di un tributo voluto. Poco dopo, con i calciatori schierati al centro del campo per il consueto saluto, l’inno è tornato a risuonare, accolto dall’applauso di tutti i tifosi giapponesi, che hanno dimostrato un rispetto immenso per il club basco. È stata una scena toccante e rara, che illustra l’ammirazione suscitata dalla Real a Nagasaki durante il suo soggiorno. Oltre al settore sportivo, l’ambiente attorno allo stadio ha proposto un’esperienza calcistica globale.
Intorno allo stadio Peace si trova un ampio centro commerciale all’aperto, caratterizzato da bar, terrazze e aree ricreative, dove si sono radunate migliaia di persone per tutta la giornata. L’hotel che ospitava la squadra della Real è situato in questa zona e dai suoi ristoranti e dalla piscina era possibile seguire la partita in tempo reale, offrendo così un’esperienza VIP in questo moderno impianto con oltre 20.000 posti a sedere, che ha registrato il tutto esaurito in una calda giornata con 31 gradi e il 75% di umidità. Il pubblico del V-Varen ha portato un tocco di colore e vitalità, incoraggiando la squadra con canti sin da un’ora prima dell’inizio della gara, nella sezione riservata ai loro sostenitori. Un episodio che ben rappresenta la cultura e l’educazione del pubblico giapponese è avvenuto al minuto 22, quando l’attaccante spagnolo del V-Varen, Juanma Delgado, ha gettato una benda sul terreno di gioco dopo averla tolta dal polso, un gesto comune in Europa. Qui, però, non è passato inosservato: l’arbitro si è precipitato immediatamente a raccoglierla di persona, senza esitazione. Tali particolari dimostrano l’impatto che la Real e il suo entourage hanno vissuto a Nagasaki. Non solo i calciatori sono stati accolti calorosamente, ma anche i giornalisti presenti hanno ricevuto un trattamento inaspettato. Molti fan e media locali si sono avvicinati per salutarli, scattare foto e ringraziarli per la loro copertura dell’evento, riflettendo così l’ospitalità gentile giapponese, anche se con la curiosità che pochissimi parlano inglese.