Pablo Marín ha parlato con i giornalisti prima dell’ultimo allenamento della Real Sociedad in Giappone, presso il campo adiacente al Mitsuzawa Park. Il centrocampista, originario della Rioja, ha messo in evidenza l’accoglienza positiva ricevuta durante il tour nel paese del Sol Levante.
“Qui ci accolgono sempre molto bene. Sono molto rispettosi e ci sostengono”, ha dichiarato. Ha ammesso che il viaggio si è rivelato impegnativo, ma ha sottolineato il desiderio di concludere l’esperienza con buone emozioni. “Fa molto caldo, ci sentiamo stanchi e il viaggio è lungo, ma presto torneremo a casa”, ha aggiunto, specificando: “Questo è l’ultimo match in Giappone.
Faremo del nostro meglio. Il viaggio è lungo, ma l’aereo è confortevole e cercheremo di riposare il più possibile per tornare riposati a casa”.
Il giovane centrocampista ha voluto anche evidenziare l’importanza del settore giovanile all’interno del progetto della Real Sociedad, evidenziando il fatto di essere circondato da calciatori che conosce da anni. “La Real è un club che svolge un ottimo lavoro con le giovanili. La maggior parte di noi qui ha attraversato tutte le fasi. Li conosco tutti perché ho giocato con loro. Sono qui per darci una mano”, ha spiegato. In tale contesto, ha espresso un giudizio positivo sulla figura del nuovo allenatore, Sergio Francisco. “Come quando c’era Imanol, Sergio è salito dalla squadra riserve. La Real sta valorizzando anche il lavoro degli allenatori. Sergio ci conosce bene e sono certo che sarà un anno fantastico”, ha concluso con fermezza.
Durante il suo intervento, è stata dedicata una particolare attenzione a Take Kubo, uno dei principali attori di questo tour in Giappone. “Take Kubo è un giocatore e una persona straordinaria. Lo conoscete già. Contribuisce in modo significativo alla squadra”, ha dichiarato Marín. Inoltre, ha condiviso il suo legame personale con Kubo, risalente al loro incontro nel primo team: “Take è arrivato lo stesso anno del mio esordio. Fin da subito mi ha accolto calorosamente, ha sempre scherzato con me e si è preso cura di me. Gli sono molto grato”.