Cresce la controversia: “Questa è una decisione che rispetta metodi antiquati e non si basa su parametri sportivi.”

La decision del Giudice Unico di Competizione di non posticipare la partita tra il Real Madrid e l’Osasuna, fissata per martedì 19 agosto al Santiago Bernabéu, ha suscitato notevole discontento, non solo all’interno della squadra bianca, ma anche presso l’AFE.

Il presidente dell’AFE, David Aganzo, ha espresso preoccupazione per la salute dei calciatori.

In un’intervista al quotidiano ‘As’, Aganzo ha dichiarato che “questa situazione va oltre le normative sportive, poiché mette a rischio il benessere dei giocatori. La Legge sullo Sport e lo Statuto dei Lavoratori evidenziano chiaramente che i calciatori sono professionisti e non ha senso costringerli in situazioni che compromettano la loro salute”.

Ha poi sottolineato che “abbiamo avvisato che, nel caso in cui il Real Madrid o l’Atlético raggiungessero le fasi finali del Mondiale per Club FIFA, non sarebbe stato possibile rispettare il Contratto Collettivo, che prevede 21 giorni consecutivi di ferie, garantendo al contempo la preparazione fisica dei calciatori senza jeopardizzare la loro salute. Abbiamo, quindi, dialogato con i capitani delle due squadre per raggiungere un accordo minino, che LaLiga non ha considerato. Questa decisione appare anacronistica, non possiamo progredire se il tema riguarda una competizione in cui le relazioni lavorative non vengono rispettate”.

Aganzo ha ribadito che “esisteva un’intesa implicita tra le parti. Abbiamo parlato con i calciatori dei due club, che hanno compreso le difficoltà del calendario e hanno accettato un accordo base di tre settimane di ferie (come previsto nel Contratto) e tre di preparazione, rinunciando alle quattro settimane minime che il sindacato raccomandava. LaLiga, in quanto rappresentante dei club, ha discusso con le società. C’era un accordo tra le parti e così è stato comunicato in una lettera inviata a LaLiga il 16 maggio”.

In conclusione, ha sottolineato che “l’accordo non è stato rispettato e non è stata considerata la salute dei giocatori in relazione alla data fissata. Dalla nostra comunicazione scritta, dopo vari confronti con LaLiga, hanno preso decisioni in modo unilaterale, ignorando le esigenze dei calciatori. Siamo delusi perché c’era la possibilità di tutelare i calciatori e, allo stesso tempo, di avvantaggiare la competizione. Non si escludono a vicenda. Purtroppo, l’idea di programmare quella partita per il 19 agosto sembra non seguire criteri sportivi, e ancor meno quelli di protezione per i giocatori.”

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