Nel pomeriggio si sono incontrati i presidenti di LaLiga e dell’AFE. Questo incontro si è svolto nonostante la sospensione della partita di Miami avvenuta la scorsa notte. Al termine della riunione, David Aganzo, presidente del sindacato dei calciatori spagnoli, ha preso la parola.
Javier Tebas, presidente della lega, ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Aganzo ha comunicato che l’AFE intende denunciare il fermo del weekend scorso, poiché lo considera una forma di sciopero. Ha sottolineato l’importanza di un confronto rispettoso e l’ha definita “una discussione molto istruttiva”.
Ha aggiunto che sono stati forniti dettagli sulla marca LaLiga e si è parlato di questioni legate al diritto del lavoro, evidenziando una mancanza di trasparenza. Aganzo ha suggerito che questo incontro avrebbe dovuto aver luogo prima della cancellazione dell’evento. Hanno anche discusso sull’equivalenza tra il gesto compiuto e uno sciopero vero e proprio, affermando che la questione verrà risolta in sede legale. Ha precisato che la decisione finale spetterà a un tribunale. LaLiga fornirà aggiornamenti nei prossimi giorni. Inoltre, Aganzo ha commentato che Javier Tebas non si è mostrato sorpreso, ma ha riconosciuto che le cose avrebbero potuto essere gestite diversamente. Ha ribadito l’importanza di mantenere un dialogo aperto e trasparente per realizzare un progetto significativo. Sebbene comprenda che Tebas “difende la sua marca LaLiga”, Aganzo ha sottolineato la necessità di creare una lega che rispetti il fair play finanziario, sia equilibrata e che coinvolga i calciatori nei futuri progetti. Ha concluso affermando che la priorità sono i diritti dei calciatori, in particolare quelli appartenenti alla Prima Divisione, sottolineando la presenza di buon senso nella vicenda di Miami. La loro missione è stata quella di tutelare i propri diritti.
Il presidente dell’AFE ha comunicato che si terranno ulteriori incontri e che stanno in attesa di ricevere “le informazioni necessarie, per poterle analizzare insieme ai nostri colleghi”. Riguardo ai rapporti tra le due organizzazioni, ha sottolineato che “loro rappresentano i datori di lavoro e noi il sindacato. Hanno una posizione definita, mentre io ho la mia. Insieme, dobbiamo lavorare per creare un calcio più solido e prospero”. David Aganzo ha infine dichiarato di aver “sentito la mancanza del CSD”.