Nel contesto dello sport di alto livello, si discute frequentemente di infortuni muscolari e strappi ai legamenti, ma la salute mentale degli atleti non ha ricevuto ancora la stessa attenzione. Negli ultimi tempi, tuttavia, alcune figure emblematiche hanno iniziato a sfidare questo silenzio.
Simon Biles ha deciso di non partecipare ai Giochi Olimpici di Tokyo per dare priorità al suo benessere psicologico, mentre Naomi Osaka si è allontanata temporaneamente dal tennis a causa di ansia e depressione. Anche personalità del calibro di Andrés Iniesta hanno sottolineato l’importanza di tutelare la mente al pari del corpo.
La Fundació Barça intende seguire l’esempio di queste figure significative. La direttrice generale, Marta Segú, ha condiviso con Mundo Deportivo i particolari di un nuovo programma che il club catalano intende avviare nei prossimi mesi, con l’obiettivo di equilibrare la salute mentale e fisica.
“Nel 2022 abbiamo lanciato un’iniziativa per proteggere l’infanzia da ogni forma di violenza all’interno del FC Barcelona. Questo stesso approccio costituirà la base per un passo successivo: l’integrazione esplicita della salute mentale. La salute mentale è strettamente connessa alla protezione dei più giovani ed è un tema di attualità. Ci siamo confrontati con molti atleti, sia uomini che donne, di varie età e discipline, che hanno aperto il loro cuore riguardo a problemi di salute mentale”.
Segú, che è anche medico, è diretta sui fini e le preoccupazioni del club: “Noi, come fondazione e come società sportiva, vogliamo elevare la salute mentale alla stessa importanza della salute fisica. Comprendo perfettamente che può essere difficile affrontare questo argomento, poiché la salute mentale è ancora considerata un tabù, soprattutto nello sport di alto livello. Sembra che se un atleta dichiara di non sentirsi bene mentalmente, l’allenatore lo escluda dalle convocazioni. Tuttavia, è fondamentale normalizzare questo discorso, poiché molti sportivi rivelano di aver affrontato ansia, depressione o stress: parlare di questi temi rappresenta un passo cruciale”.
Un programma globale che sarà implementato anche a livello di primo team
Il progetto includerà tutte le categorie sportive, partendo dalle giovanili fino ad arrivare ai gruppi professionisti, con protocolli dedicati alla prevenzione, identificazione, supporto e indirizzamento. “È fondamentale per noi questa posizione del Barça: conferire la stessa importanza alla salute mentale come a una lesione da strappo dei legamenti del ginocchio”.
Tutti gli atleti, senza eccezioni, potranno rivolgersi ai loro allenatori o delegati formati, che agiranno come punti di riferimento protettivi. “Adotteremo lo stesso sistema di protezione infantile già in atto. Così, qualsiasi segnalazione – da parte di un minore o di una famiglia – sarà canalizzata nel sistema di protezione tramite questi delegati, che solitamente sono gli allenatori secondari nelle giovanili. Inoltre, abbiamo stipulato un accordo con l’Ospedale Vall d’Hebron di Barcellona, che ci consente di indirizzare i casi problematici”.
La direttrice della Fondazione ha rivelato che il sistema verrà adottato gradualmente fino a coprire il primo team. “Una volta che sarà consolidato con i più giovani, estenderemo il programma anche agli atleti maggiorenni”.
Un modello per lo sport europeo
Segú ha sottolineato che l’iniziativa è pionieristica a livello europeo: “Riteniamo di essere all’avanguardia con questo sistema tanto in Spagna quanto in Europa. Fino ad oggi, pochi club hanno mostrato un impegno così chiaro: trattare la salute mentale con la stessa serietà di una rottura dei legamenti crociati, per esempio. Questo è il messaggio che intendiamo comunicare”.
Il progetto si basa su un fondamento scientifico: uno studio collaborativo con l’Ospedale Vall d’Hebron. “La Fundació Barça lavorerà a stretto contatto con i professionisti del Vall d’Hebron per un’indagine sui giovani atleti, con l’intento di identificare quali siano le malattie o i disturbi di salute mentale più comuni nello sport d’élite”, spiega Segú.
Attraverso questa iniziativa, il Barça si afferma come uno dei club più dediti alla tutela completa dei propri atleti. Il programma, che sarà lanciato ufficialmente a gennaio, ha l’obiettivo di abbattere le barriere culturali e rendere il supporto emotivo una componente essenziale delle prestazioni sportive.

