L’arbitro ha ignorato il VAR: la ragione per la quale non ha assegnato un rigore per il tocco di mano di Mendy a favore dell’Espanyol

Abbiamo a disposizione il VAR tra José María Sánchez Martínez e l’arbitro della sala VOR, Melero López, dove si discute perché non sia stato considerato rigore il tocco di mano di Mendy in un’azione con Calero, avvenuta al 64° minuto della partita Espanyol-Rayo Vallecano.

Prima di questo momento, il punteggio era già 1-0 grazie al gol di Roberto su calcio di rigore. Melero López avvisa l’arbitro: “José María, sono Mario, ti consiglio di rivedere l’azione per valutare un possibile rigore per mano, per favore”.

Mentre attende che l’arbitro vada al monitor, Melero congela il momento in cui il pallone colpisce il braccio del giocatore che è completamente esteso: “Fammi sapere quando sei al monitor”. Una volta arrivato, Melero inizia a spiegare: “Guarda, ti mostro prima l’impatto del pallone con la mano e ora ti lascio vedere in movimento”.

Sánchez Martínez risponde: “Libera”. “Al 50, e ora in tempo reale,” interagisce Melero, chiedendo anche all’operatore video di andare più lentamente: “Un po’ più lento, perfetto”. A quel punto, l’arbitro risponde dal monitor: “Va bene, ma Mario aspetta”; subito Melero aggiunge: “Secondo me, le mie considerazioni sono che il braccio è aperto all’altezza della spalla…”; Sánchez Martínez lo interrompe: “Aspetta, aspetta, fermalo… continua, continua, ancora. Abbassalo, fammelo vedere”; e mentre Melero interviene: “Mostragli il contatto”. Sánchez Martínez richiede al VAR: “Va bene, voglio vederlo molto lento. Molto lento, ok. La distanza è davvero corta”.

Il dialogo offre una visione interessante delle dinamiche tra arbitri e VAR. Durante la revisione di un’azione, l’arbitro non sembra convinto e chiede: “Non vedo, non vedo. Avete notato l’azione successiva?” Il VAR risponde prontamente: “Non c’è nulla dopo”. A quel punto, l’arbitro rivede il momento dell’impatto, chiedendo al suo operatore di video di rallentare l’immagine. Melero López osserva: “Molto lento, molto lento”, mentre Sánchez Martínez lo sostiene con un “continua, continua”. Dopo aver visionato il colpo, Melero López conclude: “Per me questa non è una mano poiché la distanza è minima. L’attaccante colpisce il braccio del difensore, d’accordo. E non è la prima istanza, guarda. La testa, lì, non arriva con la spalla ma va verso la mano del difensore. D’accordo. Per me, quest’azione non è punibile, ok?” La decisione risulta sorprendente, considerando che il regolamento arbitrale chiarisce che una mano in posizione innaturale si verifica quando un giocatore occupa uno spazio maggiore con il braccio, assumendo un rischio e interrompendo un passaggio o un tiro in porta. Tali situazioni si applicano chiaramente a quando il braccio è lontano dal corpo o si trova sopra il livello della spalla, anche se il giocatore è girato di spalle.

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