Proteste contro la cessione del Sevilla a un investitore estero

I crescenti timori di una potenziale acquisizione del Sevilla da parte di un investitore statunitense hanno generato una diffusa preoccupazione tra i tifosi, che hanno scelto di organizzarsi e manifestare per esprimere il loro dissenso. In particolare, gruppi rappresentativi come la Federazione delle Peñas Sevillistas, la piattaforma di piccoli azionisti AU (Accionisti Uniti) e il gruppo Biris Norte hanno indetto per giovedì una conferenza stampa per illustrare “la mobilitazione che si è formata per rafforzare il sevillismo di base di fronte all’incertezza che potrebbe compromettere i 135 anni di storia, a causa della potenziale vendita a capitali estranei al sentimento sevillista”.

Durante l’incontro, verranno presentate le iniziative e le azioni di protesta programmate per il futuro. Questo avviene in concomitanza con l’imminente Assemblea Generale Ordinaria degli Azionisti, prevista per lunedì, che presenterà, per il quinto anno consecutivo, perdite ingenti, ammontanti a ben 54 milioni di euro.

I piccoli azionisti e i membri delle peñas si uniscono per opporsi fermamente all’imminente ingresso di capitali esteri, dopo che la proposta della cosiddetta Terza Via, avanzata dall’imprenditore sevillano Antonio Lappí, è stata completamente scartata dai grandi azionisti. L’atmosfera di preoccupazione è accentuata dal timore che a lungo termine si possa assistere a una speculazione sul patrimonio del Sevilla, inclusa la sua risorsa più preziosa, lo stadio Ramón Sánchez-Pizjuán.

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