La performance del RCD Espanyol en la temporada 2008-09, reflejada en el 12/12 de Mauricio Pochettino, ha llevado a Manolo González a modificar su discurso. Tras la victoria en el Coliseum de Getafe (0-1), en la que el equipo ocupa la quinta plaza con 30 puntos, el técnico atribuyó gran parte del éxito a sus jugadores.
“Todo es mérito de ellos. Tienen esa ambición, y sin ella no se gana”, destacó el entrenador originario de Folgoso de Caurel, mostrando ironía al referirse al buen desempeño del equipo. “Quizás este sea el momento ideal para retirarme, antes de cometer un error”, aportó en tono jocoso.
Cuarta victoria seguida
“El aspecto más relevante es nuestra capacidad de adaptarnos al tipo de partido a disputar. Comprendemos que hoy el desafío era sumamente difícil, ya que el adversario compite a un nivel muy alto. Necesitábamos un enfoque práctico, evitando que el contrario tuviera oportunidades mientras maximizábamos las jugadas a balón parado”.
La solidez defensiva
“Resulta fundamental; aunque ganamos contra Sevilla, su ataque nos produjo numerosas ocasiones. Los equipos que carecen de orden deben ser muy superiores para triunfar en encuentros donde ambos se atacan mutuamente. No me agrada ese estilo de partido. Hoy éramos conscientes de que no se presentarían muchas oportunidades”.
El 12/12 como logro destacado
“Estoy muy satisfecho con el equipo, es realmente complicado ganar cuatro partidos consecutivos en la máxima categoría. Es un desafío incluso para los equipos más grandes, imagínate para los demás. Todo es gracias a los jugadores, su ambición lo hace posible”.
Los apercibidos para el derbi
“Buscábamos un jugador en el medio como Edu, capaz de realizar pases en profundidad, por lo que jugó él y no Pol. Optamos por utilizar a los dos delanteros, y Jofre es quien mejor aprovecha el espacio. No hemos considerado las tarjetas amarillas, nuestro enfoque fue escoger el mejor once posible”.
Azioni strategiche
“Il momento decisivo per il gol è qualcosa che abbiamo sempre fatto, sia nella Penya Deportiva che nel Badalona e anche alla Montanyesa. È una pratica a cui siamo fedeli e che ci garantisce risultati. È fondamentale mantenerla e continuare a lavorare in questa direzione; porta grandi benefici”.
Celebrare le festività in Europa
“Potrebbe essere giunto il momento di ritirarmi, prima di combinare guai (ride). Sono davvero soddisfatto e sereno, e oltre ai risultati, è essenziale la percezione che diamo come squadra. L’impressione è che sia difficile batterci”.
Collaborare con Kike García e Roberto
“Volevamo evitare errori nella costruzione del gioco, per questo abbiamo scelto di giocare con due attaccanti. Sapevamo che avremmo dovuto sfruttare il gioco lungo e schierarsi con un solo riferimento sarebbe stato più semplice per i nostri avversari. Il nostro obiettivo era ridurre al minimo le perdite di palla, consapevoli che il Getafe ci avrebbe messo sotto pressione”.
Opportunità in Europa
“Io desidero solo che la squadra continui su questa strada; i risultati parleranno da soli. Gli esiti delle partite possono variare a causa di diverse situazioni, e spesso sono i dettagli a fare la differenza. Dobbiamo cercare di competere al meglio e vedere fino a dove possiamo arrivare. Una volta raggiunti i 42 punti, valuteremo ulteriormente le nostre ambizioni”.
Se il KO in coppa fa meno male ora
“No, per me brucia ancora. L’ho già detto, è stata una vergogna quella partita. Non per la sconfitta, ma per la prestazione scadente che abbiamo avuto. Quella giornata non ci siamo presentati e quel match rimarrà impresso nella mia mente, lo ricorderò sempre”.
Il messaggio ai tifosi perici
Ho già affermato che desidero che i supporters dell’Espanyol vivano momenti di gioia, poiché ci saranno anche periodi difficili. Si possono perdere due incontri senza essere eccessivamente pessimisti; mi sento molto stimato e apprezzato dai tifosi. Sarò sempre grato alla tifoseria dell’Espanyol, che mi ha sostenuto nei momenti più gravi.
Riguardo allo spirito ‘amatoriale’ della squadra, ci sono diverse strategie per giocare, ma il mio approccio al calcio è unico. Quando perderò questa passione, allora deciderò di ritirarmi. Se il team non mostrerà mai più questo spirito competitivo, non saremo più noi stessi. Dobbiamo cercare di non commettere errori e continuare a competere con umiltà e dedizione, ingredienti fondamentali che mi hanno portato in Prima Divisione.

