Pellegrino Matarazzo è il nuovo allenatore della Real Sociedad e si distingue principalmente come un tecnico orientato ai progetti. Il suo arrivo al club txuri urdin evoca in molti aspetti la sua esperienza con l’Hoffenheim: si trova a gestire una squadra in difficoltà, con urgenza di una ricostruzione e con l’obiettivo di raggiungere l’Europa nel medio termine.
Non è un allenatore da soluzioni rapide, ma piuttosto un sostenitore di processi continuativi. Predilige lavorare con giovani calciatori, valorizzare talenti e creare strutture solide, rispecchiando così la filosofia di Zubieta. Le sue squadre tendono a costruire il gioco partendo da dietro, promuovendo un’uscita pulita e responsabilizzando i giocatori nelle decisioni da prendere.
Dal punto di vista tattico, Matarazzo è un allenatore adattabile e poco dogmatico. Uno dei suoi progetti più ambiziosi è stato il Hoffenheim nella stagione 2023-24, dove ha impiegato un’ampia gamma di schemi. Ha utilizzato principalmente una difesa a tre centrali con terzini alti, una struttura più comune in Germania rispetto alla Spagna.
Lo schema principale era un 3-4-1-2, con Kramaric nel ruolo di trequartista dietro a due attaccanti, ma sapeva modificare il suo schieramento in base alla situazione della partita. Passava agevolmente a un 3-5-2 per rinforzare il centrocampo o a un 3-1-4-2 per ottenere maggiore possesso. In alcuni casi ha utilizzato anche un 3-4-2-1, con due giocatori centrali che si muovevano tra le linee, arrivando persino ad applicare un 3-4-3 con esterni larghi, più come una strategia occasionale che come un principio fisso. Non ha disdegnato neppure la difesa a quattro, adottando forme simili a un rombo asimmetrico. Questa varietà di schemi riflette un allenatore capace di adattarsi alle circostanze e al gruppo di giocatori, evitando rigidità. Non impone un sistema prestabilito, ma cerca sempre la miglior soluzione possibile con le risorse a disposizione. In termini metodologici, Matarazzo è un tecnico scrupoloso, organizzato e rigoroso, ma allo stesso tempo molto vicino ai suoi giocatori.
La sua figura è imponente, anche per la sua presenza fisica, ma non si distingue per toni bellicosi nel suo approccio. Si concentra molto sul miglioramento individuale dei calciatori e sull’uso efficace degli spazi. Predilige che le sue squadre giochino con audacia quando hanno il pallone, mantenendo però ordine e disciplina quando ne sono privi. D’altro canto, si presenta senza esperienza diretta nella competizione e non parla spagnolo, il che potrebbe rendere complessa la comunicazione iniziale. D’altro lato, ha seguito LaLiga per diverso tempo e la Real aveva già espresso interesse nei suoi confronti in passato. Adesso, ha l’opportunità di dimostrare se le sue idee possono prendere piede ad Anoeta.