La testimonianza judicial di Sandro Rosell, fornita lo scorso settembre nel contesto di ciò che è stato chiamato ‘caso Negreira’, è stata recentemente divulgata. L’ex presidente del FC Barcelona, presente come indagato, ha sostenuto la legittimità del servizio di consulenza arbitrale stipulato dal club e ha categoricamente respinto qualsiasi accusa riguardo tentativi di influenzare le decisioni degli arbitri.
Rosell ha risposto esclusivamente alle domande del suo legale, concentrando la sua deposizione sulla sua relazione con José María Enríquez Negreira, sul funzionamento interno del club durante il suo mandato come vicepresidente sportivo (dal 2003 al 2005) e come presidente (dal 2010 al 2014), evidenziando la sua mancanza di coinvolgimento diretto nei contratti e nei pagamenti attualmente sotto indagine.
Origini della consulenza arbitrale
Nella sua testimonianza, ora resa nota, Rosell ha raccontato di aver incontrato José María Enríquez Negreira nel 2003, quando gli fu presentato come “la persona decennale che si occupava della consulenza arbitrale del club.” Durante quel periodo, ha affermato di averlo visto “alcune volte allo stadio” e anche presso le strutture del Barça mentre redigeva rapporti.
Dopo le sue dimissioni nel 2005, ha dichiarato di non aver più avuto contatti con Negreira fino al suo ritorno al club nel 2010 come presidente.
Contratti esistenti al momento della presidenza
Rosell ha raccontato che, alla sua assunzione di carica, ha trovato numerosi contratti già attivi. “Abbiamo ereditato questo contratto di consulenza arbitrale, ma anche centinaia di altri contratti di consulenze”, ha sottolineato, menzionando campi disparati come la cura del prato, la nutrizione dei calciatori, il reclutamento e la consulenza fiscale.
L’ex presidente ha sottolineato di non ricordarsi di aver preso decisioni specifiche riguardo alla permanenza di quel fornitore. “Non ho idea di chi mi abbia chiesto o se fosse stato chiesto se dovevamo continuare con la consulenza arbitrale”, ha affermato. Ha aggiunto: “Se qualcuno mi avesse chiesto, avrei detto di sì, perché il compito del Consiglio è quello di avere tutto pronto affinché il personale possa avere ciò che serve in caso di bisogno”.
“Nella mia testimonianza ho evidenziato di non essere a conoscenza del contenuto preciso dei rapporti arbitrali”. “Non conosco i dettagli. Se mi hanno chiesto circa il bisogno della consulenza arbitrale, ho risposto affermativamente, ma non so cosa contenessero quei rapporti”, ha dichiarato al giudice.
Rosell ha sostenuto che la sua mancanza di conoscenza sia normale per un club delle dimensioni del Barça. “È impossibile che un presidente possa conoscere tutti i rapporti”, ha dichiarato, analogamente ad altri documenti interni, come quelli psicologici o di scouting, che non esaminava personalmente.
Nonostante ciò, ha insistito sul fatto che il servizio fosse operativo. “Posso confermare che il servizio esisteva e veniva svolto, e l’ho visto diverse volte mentre osservava le partite nelle strutture”, ha dichiarato.
Rosell ha espresso in modo deciso la sua posizione riguardo alle somme versate. Ha dichiarato di aver preso conoscenza delle cifre solo recentemente tramite i media, e non durante la sua presidenza. Analizzando le informazioni a disposizione, ha presentato il suo punto di vista al giudice: “Stiamo parlando di circa 400.000 euro all’anno per una novantina di consulenze. Se si fa il calcolo, si parla di 4.000 euro per ogni rapporto. Da questa cifra occorre detrarre tasse e spese, restano circa 1.000 euro netti”, ha spiegato. Ha aggiunto: “Pensare che si possa esercitare un’influenza sugli arbitri con tali somme è un’offesa per il loro operato. È assurdo”.
“Non aveva alcun peso nel CTA”
L’ex presidente ha anche negato che Negreira avesse il potere di influenzare il Comitato Tecnico Arbitrale. “Quel signore non aveva alcun peso nel CTA”, ha affermato, sottolineando che si tratta di un organismo collegiale. “Tradizionalmente, ad avere influenza è il presidente del CTA e negli ultimi anni tutti loro si sono dichiarati tifosi del Real Madrid”, ha aggiunto.
In questo contesto, ha sostenuto che il supporto arbitrale è una prassi comune nel calcio professionistico. “Qualsiasi club di Prima Divisione che non disponga di questo servizio sta commettendo un errore”, ha dichiarato.
L’argomento sportivo
Rosell ha inserito anche un aspetto sportivo nella sua difesa contro l’accusa. “Avevamo in squadra giocatori come Messi, Xavi, Iniesta, Puyol, Valdés… tutti provenienti da La Masia”, ha ricordato. “Vincevamo grazie a una squadra straordinaria. Un club sportivo dovrebbe riconoscerlo”, ha affermato, evidenziando come i successi fossero avvenuti sia in Spagna sia in Europa.
Ha persino fatto una battuta sull’accusa: “Il signor Negreira vinceva anche in Europa?”, ha chiesto, mettendo in discussione la possibilità di un’influenza sostenuta nel tempo e in vari tornei.
L’ex presidente ha concluso la sua dichiarazione esprimendo la sua apertura a una revisione dettagliata delle partite. “Visioneremo tutte le gare, inviteremo cinque esperti di arbitri che possano indicarci in quali incontri ci hanno supportato”, ha suggerito. “In questo caso, la prova giocherà a favore degli imputati”.
Nella causa sono documentati, stando a quanto riferito, 630 rapporti e video riguardanti il supporto arbitrale, elementi che la difesa considera indicativi dell’esistenza e della reale erogazione del servizio. La recente divulgazione della testimonianza di Rosell, acquisita nel mese di settembre, si unisce dunque a un’indagine giudiziaria che rimane aperta, in attesa delle prossime decisioni del giudice istruttore.

