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Le espulsioni più famose della storia del calcio: da Zidane a Messi

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Spesso prima di una partita importante si parla delle scelte dell’allenatore o di quale campione realizzerà il gol decisivo. Tuttavia alcune volte sono altri episodi che influiscono sull’andamento di un match: tra questi ci sono le decisioni arbitrali.

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Lasciare la propria squadra con un uomo in meno, a causa di un cartellino rosso, è una della maggiori catastrofi che può capitare nel corso dei novanta minuti. Andiamo a scoprire quali sono state le espulsioni più famose della storia del calcio.

Le espulsioni più famose della storia del calcio

Un’espulsione è un qualcosa che condiziona inevitabilmente una partita di calcio. Da quelle per protesta a quelle per falli cattivi, riviviamo alcuni dei cartelli rossi che sono passati alla storia.

Roy Keane, Manchester United-Manchester City 2001

Esiste un detto che dice che la vendetta è un piatto che va servito freddo. Questo è quello che accadde nel derby di Manchester dell’Aprile 2001, quando un intervento killer di Keane causò la rottura del crociato a Alf-Inge Haaland, difensore del City. Per capire meglio bisogna tornare indietro di quattro anni, al 1997. Halland, che in quella stagione giocava al Leeds United, accusò l’attaccante del Manchester di recitare e di rialzarsi da terra. Peccato che, nello scontro tra i due, Keane si fosse rotto il crociato. L’inglese si legò al dito l’accusa di simulazione e anni dopo decise di vendicarsi. La sua scelta, plateale e ammessa dallo stesso attaccante, gli costò cinque giornate di squalifica.

Lionel Messi, Ungheria-Argentina 2005

Ogni tanto si dice che i grandi campioni vengano tutelati dagli arbitri. Nel 2005 però Messi era un giovane che doveva ancora scrivere la sua meravigliosa storia calcistica, che rischiò di essere macchiata in un’amichevole con la nazionale argentina. Il 7 Agosto 2005, al suo esordio assoluto con la Albiceleste, la Pulce venne espulsa dopo appena quaranta secondi dal suo ingresso in campo. Il rosso fu causato da una gomitata che probabilmente, se ci fosse stato il VAR, sarebbe stata sanzionata con un cartellino giallo. Un esordio da dimenticare per Messi, che lasciò il campo in lacrime.

Zinedine Zidane, Italia-Francia 2006

La finale dei Mondiali del 2006 è uno dei ricordi più belli per noi italiani. Uno dei protagonisti di quella notte di Berlino fu sicuramente Zidane. Il capitano della Francia, all’ultima partita in carriera, aveva realizzato il gol del vantaggio per i suoi ed era stato uno dei migliori giocatori della competizione. Tuttavia durante i supplementari, con un nervosismo crescente a causa del pareggio che non sembrava schiodarsi dal punteggio di 1-1, Zidane tirò una testata a Materazzi, reo di avergli insultato la sorella. Quell’espulsione fu il suo ultimo momento da calciatore, per uno dei talenti più forti della storia del pallone.

Pepe, Real Madrid-Getafe 2009

È risaputo che quando si parla di derby, espulsioni e nervosismo sono all’ordine del giorno. Nel 2009 al Bernabeu andò di scena la sfida tra il Real e il Getafe. Poco dopo l’80esimo, il difensore dei blancos Pepe atterrò Francisco Casquero. Per l’arbitro nessun dubbio: rigore per gli ospiti. Il problema fu che Pepe andò avanti a riempire di calci il povero attaccante, causando una mega rissa. Questo atto di follia costò al difensore portoghese ben dieci giornate di squalifica. Casquero invece, non solo venne preso a calci, ma sbagliò anche il rigore. Errore che risultò fatale visto che il Real, nonostante l’inferiorità numerica, riuscì a trovare il 3-2 subito dopo.

Francesco Totti, Roma-Inter 2010

Anche il nostro campionato non è esente da espulsioni memorabili. Sarebbe facile citarne una di Ibrahimovic, Cassano o Balotelli, giusto per nominare alcune delle teste calde che hanno calcato i nostri campi. A fare più rumore è quando il rosso viene estratto ai danni di un campione e simbolo di una città intera, come nel caso di Francesco Totti. Il capitano giallorosso fu protagonista di un calcio rifilato all’attaccante dell’Inter Mario Balotelli al minuto 87 della finale di Coppa Italia del 2010. Coi nerazzurri avanti nel punteggio e ormai prossimi alla conquista del trofeo, Totti si innervosì per la perdita di tempo dell’interista nei pressi della bandierina e decise di abbatterlo con un fallo. Consapevole del gesto abbondò il campo senza neanche guardare l’arbitro.

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