Johnny Cardoso, centrocampista, ha sido adquirido por el Atlético de Madrid del Betis para las próximas cinco temporadas. Aunque nació en Estados Unidos, su estilo de juego refleja una influencia brasileña, ya que regresó a Brasil a una edad temprana y comenzó su carrera futbolística siguiendo el ejemplo de Paolo Falcao, ícono del Internacional de Porto Alegre, la Roma y de la célebre ‘canarinha’ que brilló en el Mundial de 1982 junto a figuras como Zico, Sócrates, Eder, Junior y Toninho Cerezo.
Con solo 23 años, Cardoso se trasladó a España durante el mercado invernal de la temporada pasada, después de haber debutado en 2019 con el Internacional brasileño. Inicialmente, fue considerado como un reemplazo a medio plazo para el mediocampista argentino Guido Rodríguez.
Sin embargo, una lesión en el tobillo de Rodríguez aceleró la oportunidad de Cardoso, quien se integró rápidamente en el once titular del Betis bajo la dirección del chileno Manuel Pellegrini.
Su estilo de juego no se caracteriza por la fantasía ni el exhibicionismo, sino que se basa en un control meticuloso del juego y una excelente ocupación del campo. Sus cualidades defensivas y su capacidad para anticiparse a las jugadas de los adversarios lo posicionan para ofrecer un pase seguro a sus compañeros. Desde su debut el 21 de enero de 2023 contra el Barcelona, ha demostrado que su presente es tan relevante como su futuro.
Il calciatore nato a Denville Township, New Jersey, ha fatto il suo ingresso al Benito Villamarín già con una buona esperienza, pronto a giocare senza bisogno di adattamenti. La sua visione di gioco e l’intensità mostrata hanno contribuito a renderlo uno dei trasferimenti più profittevoli nella storia del Real Betis, affiancandolo a figure iconiche come Luis del Sol, Rafael Gordillo, Joaquín Sánchez, e più recentemente Pau López e Giovani Lo Celso. Joao Lucas de Souza Cardoso è nato negli Stati Uniti, ma è ritornato in Brasile a pochi mesi dalla nascita, stabilendosi a Criciúma, stato di Santa Catarina, dove ha iniziato la sua carriera calcistica ispirato dalla figura paterna, che lo ha soprannominato Johnny e da cui è approdato al Betis partendo dall’Internacional. Qui ha avuto l’opportunità di ispirarsi a Falcão, una leggenda brasiliana di un’epoca brillante, che ha incantato al Mondiale di Spagna; nonostante la squadra non sia giunta in finale, il gioco espresso da atleti come Sócrates e Zico, tra gli altri, è ancora ben impresso nella memoria collettiva. Sotto la guida dell’Internacional, Cardoso ha progressivamente arretrato il suo posizionamento fino a diventare un centrocampista centrale, assimilando nozioni difensive senza però rinunciare alla sua inclinazione offensiva, che lo ha visto segnare cinque reti durante la sua avventura al Villamarín, ognuna con caratteristiche uniche e di grande valore. Essenziale nel suo sviluppo è stato Eduardo Germán Coudet, ex allenatore del Celta e dell’Internacional, che ha avuto un ruolo chiave nel suo approccio al gioco, come riconosciuto da Johnny Cardoso stesso, sottolineando l’importanza della sua amicizia con Pellegrini.
Il talento del numero ‘4’ del Betis ha dimostrato un notevole miglioramento, guadagnando sicurezza e permettendo di esprimere al meglio le sue abilità davanti ai oltre cinquantamila tifosi che affollano il Benito Villamarín. Questo tipo di pressione non è facile da affrontare per molti calciatori che si trasferiscono in Europa. Fino alla sconfitta in finale della Conference League contro il Chelsea, il centrocampista di Denville si è mostrato molto dedicato alla causa del Betis, estendendo il suo contratto fino al 30 giugno 2030. Questa operazione, valutata circa 30 milioni di euro tra fisso e variabili, gli permetterà di vestire la maglia dell’Atlético di Madrid, mentre il Betis ha già concluso l’accordo per l’acquisto di Rodrigo Riquelme. Johnny Cardoso, che detiene anche la cittadinanza italiana, non occupa un posto da extracomunitario e ha collezionato ventidue presenze con la nazionale statunitense. Ha esordito con la selezione sub-23 nel 2019 e con la squadra principale in un’amichevole contro il Galles nel novembre dell’anno successivo.