Yangel Herrera offre a Sergio e alla Real Sociedad una vasta gamma di opzioni strategiche

La Real Sociedad ha intrapreso un nuovo ciclo tattico dopo la sfida contro il Celta. Sergio Francisco ha osato apportare modifiche sostanziali alla formazione, abbandonando lo schema utilizzato sin dall’inizio della stagione. Nella gara contro il Celta, il tecnico basco ha optato per una linea difensiva a cinque, un doppio centrocampo e tre attaccanti, una strategia mirata a pareggiare i numeri dell’avversario e gestire la pressione esercitata dai galiziani.

Tale scelta si è rivelata efficace per gran parte dell’incontro: la Real ha pressato alto, recuperato palloni nella metà campo avversaria e mostrato una maggiore solidità rispetto alle settimane precedenti. Questo cambiamento ha scatenato un dibattito su quale possa essere lo schema in grado di massimizzare le prestazioni di una squadra che, pur avendo ottenuto miglioramenti a Vigo, continua a trovarsi in fondo alla classifica e deve reagire.

Fino ad ora, il 4-3-3 è stato il modulo più ricorrente con Sergio Francisco, una formazione che ha garantito continuità, ma scarso successo. I terzini, in particolare Aihen e Aramburu, non hanno spinto molto in fase offensiva, portando a una mancanza di profondità e cross dalla trequarti. Questo problema, presente anche nella scorsa stagione, non è stato risolto dal nuovo tecnico. In mezzo al campo, Gorrotxategi ha ricoperto il ruolo di pivote, supportato da centrocampisti che sono cambiati di partita in partita: Brais, Marín, Sucic, Soler… Nessuno è riuscito a modificare lo stile di gioco o a rompere le linee con regolarità. In attacco, Barrenetxea è stato tra i pochissimi a brillare, soprattutto sulla fascia sinistra, mentre Oyarzabal, che si è cimentato nel ruolo di punta, ha sopportato gran parte del peso offensivo. Tuttavia, la verità è che la Real, ancorata al 4-3-3, non è riuscita a mostrarsi dominante o affidabile. È evidente che la squadra necessita di più opzioni.

A Vigo, l’allenatore ha scelto un 5-2-3 che ha consentito di gestire meglio la pressione e avanzare nel campo avversario. Questa scelta si è adattata anche alle qualità dell’avversario, e si è rivelata vincente. Sergio Gómez ha avuto un ruolo di spicco sulla fascia sinistra, avendo la libertà di inserirsi e fornire assist, mentre a destra Aramburu e Brais hanno limitato le azioni offensive e la profondità del gioco. In questo contesto, giocatori come Odriozola potrebbero adattarsi con maggiore facilità a questo schema grazie alla loro capacità di coprire il campo, mentre Kubo, una volta recuperato, potrebbe beneficiare di una posizione più centrale, simile a quella che occupava in Giappone. Il 5-2-3 ha presentato una squadra della Real ben più organizzata, capace di pressare e di ripartire con rapidità. Non si tratta di una formazione definitiva, ma rappresenta comunque un’alternativa valida contro squadre che giocano con tre in attacco o che possiedono un’ottima capacità di attrarre la pressione.

Un ventaglio di opportunità
Durante la preparazione, Sergio Francisco ha anche testato il rombo, un 4-4-2 composto da un centrocampista difensivo, due centrocampisti centrali e un trequartista. Tuttavia, questo schema non ha trovato continuità. È stato sperimentato in diverse fasi delle partite amichevoli e anche per alcuni minuti durante la partita difficile di La Cartuja, ma l’allenatore ha ritenuto che non fosse fattibile. La mancanza di equilibrio nelle corsie esterne e la difficoltà nel mantenere la pressione senza esterni puri hanno ridotto l’efficacia di questo sistema. Di conseguenza, la Real ha perso ampiezza e profondità, rendendo la squadra poco a suo agio. Pertanto, sebbene il rombo presentasse un’opzione teorica, è stato praticamente accantonato, a meno di aggiustamenti temporanei in fase offensiva.

Sembra che la formazione 4-2-3-1 possa rivelarsi promettente; il team ha iniziato ad adottarla in alcune situazioni di pressione durante la stagione attuale, posizionando Brais come trequartista. L’arrivo di Yangel Herrera potrebbe dare ulteriore senso a questa disposizione, sebbene richieda un’attivazione maggiore da parte del giocatore incaricato di pressare il pivot avversario, fatto da non sottovalutare. Nonostante ciò, il venezuelano ha dimostrato, durante il suo debutto da titolare a Balaídos, di poter giocare come parte del doppio pivote e di apportare una nuova dimensione alla squadra. La sua abilità nel coprire il campo, raggiungere l’area avversaria e sostenere le transizioni offre a Sergio Francisco la chance di schierarlo in combinazione con Gorrotxategi in posizione di regista, permettendo così di bilanciare il centrocampo e liberare Brais, Soler o Zakharyan in attacco. Con l’innesto di Yangel, la Real può esplorare diversi schemi, dal 4-2-3-1 a un 4-3-3 più fluido, fino ad arrivare a un 5-3-2 o addirittura a disposizione a rombo.

Questo è il principale vantaggio che la sua presenza porta: un ampliamento delle opzioni tattiche. La Real, che aveva vissuto momenti di difficoltà durante la stagione, ha trovato a Vigo un segnale che i cambiamenti possono rivelarsi efficaci per rinfrescare la squadra. Il 5-2-3 rappresenta un primo passo, ma ciò che si apre ora è uno spazio di maggiore flessibilità che Sergio Francisco deve saper sfruttare. Infatti, la squadra ha bisogno di costruire un’identità definita, mentre è altrettanto essenziale poter adattare il proprio gioco per affrontare le diverse situazioni. Fino ad ora, questo equilibrio è stato difficile da raggiungere.

L’Espanyol adotta il colore giallo

Coudet ha espresso che, nonostante una sensazione di delusione, ha anche riscontrato aspetti positivi